ORSI TRENTINI. FUGATTI VUOLE MORTA UNA MAMMA ORSA

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ricorrerà al Tribunale regionale di Giustizia amministrativa di Trento contro l’ennesima ordinanza di abbattimento. Questa volta si tratta di una mamma orsa di 22 anni, la più anziana del Trentino, con i cuccioli al seguito, KJ1, che nella sua vita non ha mai creato alcun problema.

Ricomincia una corsa contro il tempo per fermare la caccia all’orsa e la sua uccisione, che speriamo non sia già avvenuta.

Invece di prendere provvedimenti incruenti per mettere in sicurezza gli escursionisti e gli stessi plantigradi, Fugatti preferisce la rappresaglia e la violenza, lasciando sgomente non solo le associazioni protezionistiche ma anche la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica a livello nazionale.

KJ1, già oggetto di un’ordinanza di abbattimento contingibile e urgente firmata lo scorso 16 luglio sospesa dal Tar, è accusata di avere ferito agli arti, non gravemente, un turista sul “Sentiero delle Cavre” a Dro. L’identificazione sarebbe stata fatta attraverso tracce di materiale biologico.

E a neanche 20 chilometri da Dro ieri sono stati ritrovati i corpi di una mamma orsa e di un suo cucciolo che la una nota stampa della Pat ha sbrigativamente attribuito all’attacco di un altro orso.

«Siamo di nuovo alle prese con uno spietato mandato di uccidere un orso che fa l’orso. Un’altra reazione “corpo a corpo”: l’unica risposta che sembra conoscere il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che, invece di favorire e promuovere una serena convivenza con i plantigradi, come fanno altri amministratori, vuole vedere morto un animale che ha attaccato in un contesto ancora non chiaro».

L’Oipa ricorda che la legge provinciale “ammazzaorsi” è oggetto di una procedura Pilot innanzi alla Commissione Europea e potrebbe essere incostituzionale anche per violazione dell’articolo 9 della Carta costituzionale.