Fermamente contrario il Codacons alla soluzione individuata da alcuni Comuni per risparmiare sull’illuminazione pubblica, e che minaccia di estendersi ad altri centri della penisola: soluzione già adottata a Torino (dove è stata ridotta l’intensità dell’illuminazione), ma soprattutto a Belluno, che ha stabilito di interrompere l’illuminazione di strade e piazze della città tutte le notti, dalle 2:30 alle 5:00, fino al 15 settembre, e che – stando a fonti di stampa – medita di estendere l’iniziativa alle due gallerie stradali, Belluno e Maraga, per ragioni di bilancio.
Un’idea folle dai costi sociali inquantificabili, e che comporta un evidente incremento dei rischi per la circolazione e la sicurezza della comunità.
Sembra anzi incredibile che si possa anche solo concepire una misura del genere: se in tutta Italia, per protesta contro il “caro-bollette”, si era scelto a febbraio di lasciare al buio i principali monumenti o edifici, lo si era fatto appunto come forma di denuncia simbolica ed estrema dei rincari in atto. Tutt’altra cosa è invece prendere sul serio e applicare concretamente questa strada assurda e sbagliata, senza evidentemente rendersi conto dei benefici apportati dall’illuminazione e dai rischi che la sua assenza comporta.
Una città sicura e vivibile non può fare a meno di una pubblica illuminazione perfettamente funzionante e non può dipendere, appena si fa buio, dai fari delle auto, dalle finestre dei palazzi e dalle insegne dei negozi. Proprio il contrario di quello che sta accadendo a Belluno, e che speriamo davvero non accada altrove.