Quasi sei italiani su dieci (58%) scelgono quest’anno di portare in tavola pesce. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sulla Pasqua 2023 degli italiani che evidenzia una forte presenza dei menu di mare a partire dal Venerdì Santo.
Un appuntamento che – sottolinea la Coldiretti – porta molti ad astenersi dal consumo di carne per rispettare una tradizione culturale e religiosa profondamente radicata nella popolazione.
Un ritorno della religiosità in un periodo drammatico segnato dalla guerra e dalla crisi economica, tanto che ci sono anche ben 8 milioni di cittadini che hanno deciso addirittura per l’occasione di rispettare il digiuno, riscoprendo una pratica che si era affievolita nel tempo, con un unico pasto durante la giornata.
Tra coloro che mangeranno di magro a Pasqua ad essere preferito – precisa la Coldiretti – è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi più contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre. La “legge” dell’astinenza non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande particolarmente ricercati o costosi.
Tra i piatti di pesce ogni parte d’Italia – continua la Coldiretti – esprime una tradizione locale legata a ricette tipiche semplici nel rispetto della giornata di riflessione come: la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni e che nel nord Adriatico si consumano assieme alla polenta, fino alle ricette tipiche regionali come le alici scottadito con o senza pan grattato, o le sarde in saor con cipolla (tipica ricetta veneta), le seppie con i piselli, fagioli e cozze (ricetta pugliese), vongole e ceci (ricetta marchigiana), la ministra di pesce con gallinelle e ghiozzi, le uova sode col tonno o gli spaghetti al ragù di mare.
Per garantirsi la qualità – continua la Coldiretti – il pesce fresco deve avere una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre – spiega la Coldiretti – per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso. Per garantire qualità sulle tavole degli italiani a Pasqua molti pescatori sono tornati in mare nonostante i rischi per la sicurezza.
Scegliere pesce italiano – conclude la Coldiretti – significa anche aiutare 12mila aziende e 28mila lavoratori della flotta nazionale che stanno affrontando una grave crisi a causa dell’esplosione dei costi, che costringono i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero.