PAVIA: SEQUESTRO DEPURATORE COMUNALE DI CASTEGGIO

I militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e della Stazione di Varzi, coadiuvati da Arpa di Pavia e dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Voghera, hanno posto sotto sequestro preventivo il depuratore comunale di Casteggio (PV).

 

La Misura Cautelare Reale disposta dal GIP del Tribunale di Pavia – Fabio Lambertucci, su richiesta del sostituto procuratore Roberto Valli è il risultato dell’attività di indagine compiuta dai Carabinieri Forestali di Varzi a seguito delle verifiche dei risultati dei campionamenti compiuti dai tecnici di Arpa che da gennaio a marzo 2017 hanno effettuato una serie di campionamenti delle acque superficiali del torrente Coppa; precisamente 10 prelievi, suddivisi tra campionamenti a monte e a valle rispetto allo scarico del depuratore di Casteggio. L’esito delle analisi chimiche effettuate dal laboratorio ARPA sui campionamenti effettuati a valle dello scarico del depuratore hanno evidenziato il superamento dei limiti di inquinamento consentiti, superamento mai rilevato nei prelievi a monte. In particolare, dall’analisi dei dati raccolti da ARPA Pavia, è emerso quanto segue: – Per quanto riguarda il parametro BOD (richiesta biochimica di ossigeno): tutti i campioni analizzati delle acque del torrente Coppa (tranne uno), dopo che hanno ricevuto i reflui del depuratore di Casteggio, hanno superato in modo significativo i limiti previsti dalla Tabella1/b dell’allegato 2 alla parte terza D. Lgs. 152/2006 per la qualità della vita dei pesci e dalla Tabella 5, allegato B, del R.R. 3/2006 (limiti di emissione scarichi acque reflue urbane provenienti da agglomerati maggiori o uguali a 2000 per abitanti equivalenti); non è stato evidenziato il superamento dei limiti del DM 185/2003 per il riuso irriguo delle acque reflue. – Per quanto riguarda il parametro COD (domanda chimica di ossigeno): – in numero 4 campioni di acqua prelevati (rispetto ai 5 complessivi) a valle dell’emissione dello scarico del depuratore, è stato rilevato che la concentrazione del COD è maggiore dei limiti di legge della tabella 5 allegato B del R.R. 3/2006 (limiti di emissione scarichi acque reflue urbane provenienti da agglomerati maggiori o uguali a 2000 per abitanti equivalenti) e dei limiti previsti del DM 185/2003 per il riuso irriguo delle acque reflue. Le concentrazioni dei campioni di acque superficiali prelevati a monte dello scarico invece non presentavano il superamento di tali limiti. – Per quanto riguarda il parametro Solidi Sospesi Totali: tutti i campioni delle acque del torrente Coppa, prelevati dopo l’immissione dello scarico del depuratore, presentavano una quantità di solidi in sospensione superiori ai limiti tabella 5 allegato B del R.R. 3/2006 e dei limiti previsti del DM 185/2003 per il riuso irriguo delle acque reflue ( addirittura nel campionamento del 28 febbraio 2017 il valore rilevato supera di 56 volte il valore limite del DM 185/2003); inoltre questi campionamenti superavano ampiamente i limiti previsti dalla Tabella1/b dell’allegato 2 alla parte terza D. Lgs. 152/2006 per la qualità della vita dei pesci. Le concentrazioni dei campioni di acque superficiali prelevati a monte dello scarico, non presentavano il superamento di tali limiti. Anche il parametro Fosforo totale dei campionamenti di acqua prelevati a valle, dopo l’immissione nel depuratore superava i limiti previsti dalla Tabella1/b dell’allegato 2 alla parte terza D. Lgs. 152/2006 – qualità acque idonee alla vita dei pesci – e i limiti della tabella 5 allegato B del R.R. 3/2006, nonché del DM 185/2003, per il riuso irriguo delle acque reflue.

Altresì gli esiti analitici di Conducibilità, Cloruri, Solfati, Zinco, Cromo VI e Nichel, le cui singole concentrazioni rilevate nelle acque del torrente Coppa, dopo l’immissione degli scarichi del depuratore in Comune di Casteggio, si sono rivelate significativamente maggiori rispetto a quelle riscontrate a monte dello stesso scarico. In taluni casi, le concentrazioni rilevate, superano i limiti del DM 185/2003- valori limite acque per riutilizzo irriguo. Le analisi chimiche effettuate sui campioni prelevati nel torrente Coppa, prima e dopo l’immissione dei reflui provenienti dal depuratore di Casteggio, nel periodo temporale 24 gennaio – 28 marzo 2017 hanno permesso di accertare un deterioramento significativo dello stato di qualità delle acque nel tratto che segue l’immissione dei reflui del depuratore.

Anche i risultati del controllo eseguito da ARPA il 28.08.2017 hanno evidenziato e confermato che il depuratore di Casteggio, nonostante il recente potenziamento impiantistico, non risulta assolutamente in grado di trattare i reflui in ingresso con conseguente ripercussione sul corpo idrico ricettore In base a tali esiti è risultata evidente e grave l’inerzia dei soggetti responsabili preposti alla conduzione dell’impianto che avevano ed hanno l’onere di conoscere, per singola campagna i dati riscontrati e, rilevate le non conformità, adottare tutte le misure di prevenzione idonee per eliminare lo stato di pericolo che invece non sono state adottate, cagionando un diffuso stato di inquinamento ambientale, oggettivamente misurabile, alla luce delle risultanze analitiche sopra richiamate concretizzatasi con l’accertata moria della fauna ittica locale, indice di un elevato stato di compromissione delle acque del torrente Coppa. Per questi motivi i tre soggetti che nel tempo avevano i poteri di controllo e gestione del depuratore di Casteggio: B.S. di Tortona, residente a Voghera (PV), P.B. residente a Parma e B.D. residente a Voghera sono stati indagati per inquinamento ambientale colposo, in concorso di reato di cui agli artt. 61, co. 1, n. 3), 110, 452-quinquies c.p., in relazione all’art. 452-bis c.p.. L’impianto di depurazione delle acque reflue a servizio della citta di Casteggio (PV) situato in Via San Maiolo di proprietà della società “Pavia Acque” Sc.a.r.l. con sede legale in Pavia, Via Donegani n. 21, ma gestito dalla società “ A.S.M. Voghera” S.p.a. è stato sottoposto alla Misura Cautelare Reale del sequestro preventivo ai sensi dell’art. 321 del c.p.p., tale atto consentirà comunque di mantenere in attività il depuratore, evitando quindi ogni disagio alla popolazione, nell’attesa dei necessari interventi di modifica strutturale per ripristinarne la piena idoneità alla depurazione.