Violenza sessuale, circonvenzione di incapace, tentata estorsione e sostituzione di persona. Questi i capi d’imputazione contestati dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, Caterina CATALANO, nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita a Reggio Calabria dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni ed emessa su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo, Giovanni BOMBARDIERI, a carico di M.D., insospettabile pensionato di anni 56 ed ex dipendente pubblico, a conclusione delle indagini svolte a seguito delle denunzie formalizzate dalle due vittime.
Sposato e padre di due figli, l’adescatore sfruttava le opportunità offerte da internet attraverso siti dedicati agli incontri e social network , convinto di poter mantenere l’anonimato creandosi una falsa identità. In questo modo aveva conosciuto online le potenziali vittime con le quali, dopo lusinghe e false informazioni sulla propria vita ed attività lavorativa, aveva instaurato relazioni nella vita reale, convincendole ad incontrarlo di persona ed intrattenendo poi rapporti sessuali, approfittando della fragilità emotiva e della debolezza caratteriale indotta anche da stati patologici.
Le due donne, tuttavia, dopo essere cadute nella rete, trovavano la forza di reagire denunciando di aver corrisposto al loro adulatore somme di denaro richieste con varie scuse e, in un caso, di avere ricevuto una vera e propria richiesta estorsiva, consistente nella minaccia di divulgare il video del loro rapporto sessuale se non avesse ricevuto la somma di denaro richiesta.
L’intento di rimanere sconosciuto celandosi sotto la falsa identità e le false informazioni dichiarate online, veniva tuttavia vanificato dagli accertamenti svolti dalla Polizia Postale di Reggio Calabria, che in breve tempo risaliva al reale autore dell’adescamento ed acquisiva, su precise direttive del Sostituto Procuratore Dr. Romano Gallo ed con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni, i necessari riscontri in ordine ai reati contestati, tra cui anche la violenza sessuale aggravata, mediante abuso della condizione di inferiorità psichica delle vittime e la sostituzione di persona, in quanto lo stesso, con opera di persuasione sottile e subdola induceva le adescate a compiere atti sessuali che diversamente non avrebbero compiuto.
L’episodio di cronaca conferma, ancora una volta, la necessità di una maggiore consapevolezza ed attenzione nell’uso della rete da parte degli internauti, sia adolescenti che adulti, i quali ignari delle insidie del web sono spesso pronti a fidarsi di soggetti conosciuti tramite i social network, i quali celandosi dietro false identità pongono in essere strategie varie al fine di raggiungere scopi abietti.