Sulle pensioni Salvini e Di Maio hanno fatto i conti senza l’oste. E’ arrivato l’oste, cioè Tito Boeri, presidente dell’Inps, e ha presentato il conto: 100 miliardi (non milioni).
Isterica la replica del vicepremier, Matteo Salvini (analoga a quella del Di Maio nei confronti della Banca D’Italia), che ha invitato Boeri a dimettersi e candidarsi alle elezioni.
Della serie del noto bambino: il pallone e anche il campo sono miei e, se volete giocare, dovete farlo con le mie regole, così che io possa fare i goal a mio piacimento. Inutile far ragionare come hanno tentato la Ue, la BCE, la Banca d’Italia, l’OCSE, la Corte dei Conti, l’Ufficio parlamentare del bilancio, il Fondo monetario internazionale e alcune agenzie di rating.
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è stato chiamato da una commissione parlamentare a dare il proprio parere sulle proposte del governo e di alcuni parlamentari.
L’effetto delle proposte del governo portano ad un incremento di 100 miliardi di debito pensionistico, che sarà scaricato sulle future generazioni, attesta Boeri.
Le proposte dei capigruppo del M5S, Francesco D’Uva e della Lega, Riccardo Molinari, sui tagli alle cosiddette pensioni d’oro sono irrilevanti, perché riguardano un numero ristretto di persone, circa 30 mila, per un “risparmio” di meno di 150 milioni. Si consideri che le sole pensioni Inps ammontano a 180 miliardi di euro l’anno (escluse quelle assistenziali).
Il taglio alle pensioni d’oro rappresenta, quindi, lo 0,0008% della spesa pensionistica Inps. Un risparmio del tutto insignificante!
Sui vitalizi, degli ex parlamentari (i vitalizi non esistono più dal 2012) si otterrà un risparmio di 56 milioni che, rispetto alla spesa pensionistica Inps, ne rappresenta lo 0,0003%. Un risparmio più che insignificante!
Da sottolineare che il presidente Boeri ha rilevato una contraddizione eclatante: con la proposta del governo si spingono alcune tipologie di lavoratori al pensionamento (anche involontariamente), dall’altra si taglierebbero le pensioni appena concesse.
Altro aspetto che non è stato valutato, per le pensioni d’oro e vitalizi, è la diminuzione delle entrate fiscali dovute al taglio operato. Ovvio, che se si applicava il 43% di tassazione sulle pensioni d’oro e sui vitalizi, con la loro riduzione si diminuisce anche l’aliquota fiscale, il che significa che i risparmi effettuati diventano del tutto aleatori.
Si sostiene che i tagli alle pensioni d’oro e ai vitalizi sono una misura di equità. Contro i privilegi, si afferma. E’ il caso di ricordare che il calcolo delle pensioni d’oro e dei vitalizi è stato fatto con il sistema retributivo, lo stesso applicato al 96% delle pensioni ora percepite. Allora, il 96% delle pensioni attuali sono privilegiate? Che vuole fare il governo legastellato, tagliare il 96% delle pensioni? Cari pensionati, preoccupatevi delle vostre pensioni perché qualcuno ci vuol mettere le mani!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc