di Roberto Malini
Pesaro – Il Comitato “Pesaro città d’arte e cultura” ringrazia sentitamente l’amministrazione comunale, per aver riposizionato nella tarda mattinata di oggi i dissuasori sferici in calcestruzzo dal tracciato della “ragnatela” di piazza del Popolo, alcuni dei quali gravavano sugli elementi litici quadrangolari che nell’antichità segnavano i posti riservati ai mercanti in piazza. Se una parte consistente dei blocchi in pietra d’Istria è andata perduta a causa dell’intervento delle ruspe durante il rifacimento del manto in sampietrini di piazza del Popolo, fortunatamente tali “segnaposto” sono stati preservati e restituiti alla “ragnatela” nella quasi totalità. Ne sarebbe felice Marcello Barbanera, mio maestro nell’analisi dei manufatti in pietra antica e studioso attento alla salvaguardia di parti architettoniche spesso sottovalutate, come i tracciati litici pavimentali.
I pesanti dissuasori in calcestruzzo, che impediscono parcheggio e transito di veicoli, hanno un peso notevole, che avrebbe potuto causare danni alla pietra antica. Un ringraziamento particolare alla Soprintendenza della Regione Marche, che insieme all’amministrazione comunale ha ascoltato e raccolto il nostro appello. Prosegue così la lunga epopea della “ragnatela” con cui Nicolò Sabbatini, grande architetto e scenografo di corte dei della Rovere, connotò la più importante piazza pesarese, in occasione delle nozze del 1621 fra i giovanissimi Federico Ubaldo della Rovere e Claudia de’ Medici. Attraverso le maglie della “ragnatela” sono passati secoli di Storia pesarese, con i suoi protagonisti, da Simone Cantarini a Giannandrea Lazzarini, da Gioacchino Rossini a Renata Tebaldi, da Pasqualon a Liliana Segre, che di Pesaro è cittadina onoraria. E tanti altri ne passeranno, nell’auspicabile rinascenza della città, capitale della Cultura nel 2024.
Nella foto di Fabio Patronelli, i dissuasori appena spostati dal tracciato della “ragnatela”