Lo slogan di Pesaro Capitale della Cultura 2024 è: “La natura della cultura”. Qualcuno, fra gli ambientalisti, ha proposto di affiancargliene un secondo: “La cultura della natura”. Hanno ragione, perché la cultura di un luogo umanizzato non può prescindere dal sito naturale in cui essa si è formata: ambiente e paesaggio, boschi e marine nutrono da millenni il nostro pensiero e ne sono la culla vivente.
In questi giorni di gennaio le spiagge di Pesaro ci offrono la possibilità di ammirare un fenomeno marino decisamente in anticipo sui tempi previsti. Chi percorre il bagnasciuga ha sicuramente notato singolari oggetti neri, affusolati, vagamente rettangolari e dotati di piccole corna aguzze alle estremità. Sono i “borsellini delle sirene”. Tuttavia, a dispetto del loro nome evocativo, nulla in essi deriva da arcaici miti marini.
Queste affascinanti strutture organiche sono in realtà le ooteche, involucri che custodiscono le uova di razza. Sebbene di solito le razze si accingano a riprodursi in estate, il cambiamento climatico può aver provocato questa straordinaria comparsa in pieno inverno.
Le sacche, che presentano un’unico uovo fecondato, sono dotate di piccole corna o uncini che consentono all’embrione di ancorarsi saldamente sulla sabbia o sulle alghe, evitando così di essere trascinato via dalla corrente. I “borsellini” spiaggiati sono solitamente vuoti e le rive di Pesaro ne sono ora costellate, dopo che i movimenti delle onde li hanno sollevati dal fondale e portati dove batte la risacca.
Nel caso di uova ancora vive, gli embrioni al loro interno, alimentati dai tuorli contenuti nella capsula, assorbono ossigeno dall’acqua attraverso delle piccole fessure che si aprono nelle “corna”. Un periodo di gestazione che può durare dai sei ai dodici mesi culmina con l’emergere di un piccolo esemplare di razza, che inizia così la sua avventura tra i flutti marini.
In Adriatico, le specie di razza più comuni sono la razza stellata (Raja Asterias) e la razza ocellata (Raja Miraletus), distribuite in base alla profondità in cui dimorano, che può variare da pochi metri fino a cento.
La presenza dei “borsellini” non è solo un affascinante spettacolo, ma anche un segnale positivo della vitalità del mare. Per coloro che si imbattessero in queste creature sulla spiaggia, un consiglio: osservatele anche da vicino, ma evitate di toccarle: potrebbero ancora custodire preziosi embrioni che il contatto con una mano rischierebbe di danneggiare. Lasciamo che questi segni della preziosa vita dell’Adriatico – quando contengono ancora l’embrione – godano del calore del sole e della sabbia, permettendo al loro ciclo naturale di svolgersi senza intoppi, in attesa di un’onda più lunga.
E difendiamo mare e terra, facendo nostra quella “cultura della natura” auspicata dai difensori dell’ambiente. L’Adriatico è delicato e già provato da trivellazioni e sversamenti: è auspicabile che istituzioni e aziende abbandonino progetti – già iniziati – di nuove trivellazioni e di installazione di parchi eolici, funesti per la fauna e il fondo del mare. E non si dia seguito a speculazioni ai danni di luoghi incontaminati e ricchi di Storia! Mentre i “borsellini delle sirene” danno segno di un mare ancora vivo e ricco, si pianifica tuttora di installare una mega discarica a Riceci, angolo di Paradiso in cui ebbe origine il Rinascimento urbinate. Contemporaneamente, si sussurra di inceneritori, biodigestori, laboratori virologici, gigantesche pale e distese di pannelli. Torniamo tutti sui passi di chi, nei secoli passati, ha preservato a nostro beneficio parchi e boschetti, giardini storici e poetiche cale. In caso contrario non saranno più i “borsellini delle sirene” a riempirsi di vita, per un beneficio universale, ma i borsellini e i conti correnti di industriali che non hanno alcun senso di responsabilità verso la salute della cittadinanza e dell’ambiente, perché il loro unico fine è quello di fare denaro. E la politica? Non dovrebbe rappresentare la volontà del popolo e i valori della Costituzione? Perché allora si pone così spesso accanto alla cattiva impresa, che in nome dell’avidità si propone di consegnare alle future generazioni un mondo corrotto, sudicio, avvelenato, agonizzante.
Roberto Malini, EveryOne Group – Comitato “Pesaro città d’arte e cultura”
Nella foto un “borsellino delle sirene”