Piano UE sui rimpatri: Save the Children, la pretesa efficienza delle procedure non può giustificare violazioni dei diritti dei minori

La proposta di riforma legislativa annunciata ieri dalla Commissione Europea, che introduce un sistema unico per il rimpatrio delle persone prive di permesso di soggiorno nell’UE, compresi i minori non accompagnati e le famiglie arrivate in cerca di protezione, comporta seri rischi per i minori, sottolinea Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

“La proposta solleva serie preoccupazioni in materia di diritti umani, con alti rischi di detenzione, maltrattamenti e garanzie scarse o nulle. Inoltre, la possibilità di rimpatriare i minori in Paesi terzi con i quali hanno pochi o nessun legame non è del tutto esclusa. È fondamentale che l’Unione Europea non demandi i suoi obblighi in materia di diritti umani ai Paesi terzi” ha commentato Giorgia D’Errico, Direttrice Public Affairs di Save the Children, a proposito delle implicazioni della proposta legale sui rimpatri.

Nella proposta, la definizione dei Paesi in cui le famiglie e i minori non accompagnati potrebbero essere rimpatriati viene ampliata e, sebbene si escluda la possibilità di trasferirli nei cosiddetti “hub di rimpatrio”, il rischio che vengano trasferiti forzatamente in luoghi in cui la loro protezione e il loro superiore interesse non possono essere garantiti è piuttosto elevato.

“Benché la proposta di regolamento sui rimpatri introduca importanti garanzie procedurali per i minori, come la valutazione multidisciplinare dell’età e un rafforzamento della tutela per quelli non accompagnati, la stessa consente il trattenimento sistematico fino a 2 anni di minori e famiglie, rendendo inoltre più difficili i ricorsi e consentendo un maggiore utilizzo dei rimpatri forzati, anche per i più vulnerabili. È di primaria importanza che le politiche migratorie dell’UE non mettano mai a repentaglio i diritti fondamentali. La pretesa efficienza delle procedure non può giustificare violazioni dei diritti dei minori”.