Pil: Unimpresa, +0,7% in 2019, rischio manovra correttiva da 5 miliardi

Unimpresa: il prodotto interno lordo italiano dovrebbe aumentare solo dello 0,7% nel 2019. Tale andamento, più basso rispetto alle previsioni del governo, che ha stimato una crescita dell’1%, potrebbe rendere necessaria una manovra correttiva sui conti pubblici del Paese tra i 4 e i 5 miliardi di euro.

 

E’ quanto segnala il Centro studi di Unimpresa, che indica un incremento del pil italiano pari allo 07%, in una posizione mediana rispetto alle previsioni aggiornate, fornite da organismi italiani e internazionali nelle ultime settimane.

“Sull’andamento della nostra economia pesano alcuni fattori esterni, in particolare il rallentamento dell’economia tedesca, ma anche alcune scelte sbagliate del governo con la legge di bilancio: il quadro congiunturale imponeva il varo di misure più incisive per dare un impulso forte al pil, mentre si è preferito optare per interventi a pioggia che hanno la forma di mance elettorali” commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.

Secondo Unimpresa, il pil italiano salirà dunque dello 0,7%, sostanzialmente a metà strada rispetto alle indicazioni fornite da istituzioni, italiane e internazionali, negli ultimi mesi. L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha indicato lo 0,4%, il Fondo monetario internazionale (Fmi) lo 0,6%, la Commissione Ue lo 0,2%, l’Ocse l’1,0%, la Banca d’Italia lo 0,6%, mentre per le agenzie di rating Standard e Poor’s e Fitch il pil dovrebbe crescere rispettivamente dello 0,7% e dell’1,%. Con la legge di bilancio, il governo italiano ha indicato l’1,0%. “Ad aprile l’esecutivo dovrà rivedere le proprie stime con il Documento di economia e finanza (Def) e a nostro avviso è scontato un taglio secco” aggiunge Pucci secondo cui “sia la congiuntura internazionale sia quelle interna non lasciano intravedere segnali di miglioramento”.

La revisione al ribasso delle stime del pil, secondo il Centro studi di Unimpresa, rende inevitabile un intervento sui conti pubblici. La correzione necessaria oscilla tra i 4 e i 5 miliardi di euro. “Ci chiediamo – aggiunge il vicepresidente Pucci – come saranno reperite queste risorse. Il ricorso ai tagli alla spesa pubblica, che pure continua ad avere enormi sacche di sprechi, è improbabile. Ne consegue che si agirà sul versante della leva fiscale, con ulteriori danni per tutti i contribuenti, sia famiglie sia imprese”.