In queste prime settimane di guerra al migrante e allo straniero, tante volte ho letto e sentito che l’Italia rischia il collasso a causa degli sbarchi.
Non si sa bene cosa si intenda per collasso. Qualcuno parla di collasso economico, altri di collasso culturale, altri ancora di collasso della sicurezza pubblica. Ma approfondendo un pochetto, si scopre che il debito pubblico non lo abbiamo fatto aiutando i migranti, che invece aiutano la nostra economia; a oggi nessuno ha intenzione di imporci la sua religione, ad eccezione di qualche cattolico integralista, ora al Governo, che vorrebbe appendere crocifissi ovunque; i reati diminuiscono da anni, “nonostante” la maggiore presenza di immigrati.
Mi chiedo allora da dove venga questa paura, non confortata da alcun dato reale. Davvero è solo disinformazione? Se fosse così, basterebbe informare e informarsi. Credo invece – anzi, ne sono convinto – che la paura del “collasso” dell’Italia non sia altro che un modo per giustificare il proprio sostegno alle politiche xenofobe e mortifere del Governo italiano.
Se il razzismo si era sempre basato sulla superiorità di una razza sulle altre, tesi non più credibile ai giorni nostri, oggi trova sfogo nella fantomatica lotta per la sopravvivenza degli italiani. Solo un dichiarato rischio esistenziale per l’Italia può giustificare a se stessi la messa in pericolo della vita altrui, e l’abbandono dei trattati che proteggono i diritti umani.
Eppure, nel caso delle migrazioni, gli unici che rischiano la vita sono i migranti, esseri umani che fuggono da luoghi infernali, tra cui i lager libici.
Per loro l’unica speranza di salvataggio risiede ora nella “guardia costiera” libica, visto che le ONG e le navi straniere sono state dichiarate nemiche dello Stato italiano e cacciate a male parole.
E così, mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini dichiara di “tenere duro”, vengono recuperati i corpi di una madre e del suo infante affogati: anche loro hanno cercato di “tenere duro”, aggrappati a qualche pezzo di legno per giorni, ma senza il nostro aiuto non ce l’hanno fatta.
Complimenti davvero al ministro e al suo Governo. Ma soprattutto, complimenti a gran parte degli italiani, senza il cui sostegno difficilmente il ministro potrebbe continuare a “tenere duro”.
Pietro Moretti, vicepresidente Aduc