I nuovi dati Istat sulla povertà assoluta che colpisce i minori in Italia confermano le previsioni negative, e si attestano sul 14,2% del totale. Si tratta di 1 milione 382mila bambini che non possono permettersi il necessario per vivere in condizioni dignitose, una cifra record, soprattutto se messa in relazione con l’incidenza fortemente diseguale, e in sfavore dei minori, nelle diverse fasce d’età. Mentre i dati registrano, infatti, una crescita dello 0,7% della povertà assoluta che riguarda i minori, nelle altre fasce d’età che riguardano gli adulti si apprezza una, seppur minima riduzione pari allo 0,1%, con una percentuale che decresce dall’11,1% tra i 18-34enni, al 9,1% tra i 35 e i 64 anni e il 5,3% degli over65.
“L’incidenza della povertà minorile si conferma in proporzioni quasi doppie rispetto a quella della popolazione adulta nel suo complesso. Questi dati certificano il fallimento delle politiche di contrasto alla povertà minorile messe in atto finora. È indispensabile cambiare strada per proteggere i bambini, le bambine e gli adolescenti del nostro paese da un impoverimento in continua crescita, e porre riparo ad una evidente “ingiustizia generazionale” che oggi pesa sulle loro spalle” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e garantire loro un futuro.
Il profilo delle famiglie con minori più colpite dalla povertà assoluta che disegnano i nuovi dati, mette in evidenza ulteriori disuguaglianze che riguardano, in negativo, quelle con i figli più piccoli (per i bambini tra i 4 e i 6 anni la povertà passa dal 12,8% del 2020 al 15,4% del 2021), quelle dove la persona di riferimento del nucleo è in cerca di occupazione (27,2%), quelle in cui uno (30,7%) o entrambi i genitori (36,2%, con un aumento di 7,6 punti dal 2020) sono stranieri e quelle che vivono in una abitazione in affitto (28,2%). Se l’incidenza della povertà minorile è più elevata nelle aree metropolitane, che sappiamo essere caratterizzate da territori particolarmente fragili, anche la distribuzione geografica sottolinea in generale il tratto delle disuguaglianze, perché la povertà assoluta al Sud raggiunge il 16,1% dei minori, ben al di sopra della media nazionale, e al Centro mostra comunque una tendenza negativa, passando dal 9,5% del 2020 all’11,4% del 2021.
“È più che mai urgente prendere provvedimenti concreti e immediati per contrastare l’aumento della povertà tra i bambini, le bambine e gli adolescenti, una condizione che, come sappiamo per esperienza diretta nei tanti territori in cui siamo presenti con i nostri progetti, affligge tutte le dimensioni della crescita, dalla salute all’educazione, pregiudicando non solo il presente ma anche le prospettive di crescita e di futuro di troppi bambini. Rinnoviamo con forza la richiesta al Governo di raddoppiare le risorse del Fondo Sociale Europeo Plus da destinare in modo specifico alla Garanzia Infanzia (Child Guarantee), per assicurare ai bambini servizi essenziali per la loro crescita, e di rivedere le modalità di attribuzione del Reddito di Cittadinanza per sostenere in particolare le famiglie con bambini. Per evitare che la povertà materiale si trasformi in povertà educativa per intere generazioni, chiediamo inoltre un investimento maggiore sull’educazione e sui servizi locali ad essa connessa, e che i fondi stanziati, a partire da quelli del PNRR, diano priorità alle zone dove la povertà minorile è più acuta, per attivare “zone ad alta densità educativa” che proteggano bambini, bambine e adolescenti dagli effetti drammatici della povertà sul loro percorso di crescita” conclude Raffaela Milano.