In un momento di passaggio importante e delicato per il nostro Paese, il Meeting di Rimini si prepara a riflettere sul tema del cambiamento, sia personale sia sociale, e sul soggetto in grado di determinare cambiamenti autentici. “Le forze che cambiano la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice” sarà infatti il titolo della XXXIX edizione.
Tema suggestivo e sfaccettato, alla base di un’edizione particolarmente ricca di contenuti e di novità anche strutturali. «Sarà una sorpresa anche per i visitatori più affezionati», spiega la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri, «per una manifestazione che, per restare fedele alla sua natura di evento aperto al dialogo e all’incontro, si evolve e muta di anno in anno».
La presentazione
Quest’anno la tradizionale presentazione del Meeting torna ad essere ospitata, come già più volte in passato, dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, grazie all’accoglienza dell’ambasciatore Pietro Sebastiani. «Sono stato ben lieto di riprendere la consuetudine di ospitare a Palazzo Borromeo l’evento di presentazione del Meeting per l’amicizia fra i popoli» dice il diplomatico, «il rapporto con il Meeting verte sulla sua capacità di dialogo e incontro a livello internazionale e sulla sottolineatura del suo contributo come ricchezza per la comunità nazionale e per i carismi dei movimenti scaturiti dal Concilio Vaticano II».
All’appuntamento di martedì 26 giugno alle 18.30 nella sede di viale delle Belle Arti a Roma, erano presenti, oltre all’ambasciatore Sebastiani e al presidente Guarnieri, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, sua Beatitudine Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei che fra pochi giorni, nel concistoro del 28 giugno, papa Francesco eleverà a cardinale e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Roberto Battiston.
«Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ormai da anni, esprime un vivo apprezzamento nei confronti del Meeting per l’amicizia fra i popoli che si tiene a Rimini», ha dichiarato il ministro Marco Bussetti. «La mia presenza qui oggi è segno concreto del sostegno del Miur a questa manifestazione: condividiamo gli obiettivi e lo spirito di confronto che la anima. La formazione è fondamentale per fornire ai giovani strumenti attraverso i quali gestire e governare le sfide che li attendono. Un’istruzione di qualità è determinante per favorire la crescita di persone protagoniste e libere che concorrano, attraverso il loro agire, a ‘muovere la storia’ nella direzione giusta».
Sulla difficile condizione dei cristiani in Medio Oriente e in particolare in Iraq ha parlato il patriarca Sako. «Prima della caduta del regime i cristiani in Siria erano un milione e mezzo», ha raccontato il presule, «oggi sono circa 500mila. Nel 2014 120mila cristiani sono stati cacciati dalle loro case da Mosul e dalla piana di Ninive. Sono rimasti circa tre anni nei campi. Oggi Mosul e la piana di Ninive sono state liberate e la Chiesa ha potuto restaurare le case e le scuole con l’aiuto delle agenzie e della carità di tante persone». Se sulla sicurezza da un anno a questa parte si registrano progressi, non vi sono ancora segni che consentano di sperare in un futuro migliore. «Questa è una grande sfida per i cristiani», ha proseguito monsignor Sako. «La nostra preoccupazione come Chiesa è tenere questi cristiani sul posto e assicurare loro una vita libera e dignitosa. Le religioni devono svolgere un ruolo importante, ma soprattutto devo no svolgerlo i veri credenti, se vogliono dare una testimonianza forte e significativa al loro Creatore, Dio di tutti gli uomini e fonte di ogni misericordia. Coloro invece che invocano la vendetta devono tacere e convertirsi alla pace».
Battiston ha invece trattato delle più recenti scoperte dell’astrofisica, soprattutto dei cosiddetti esopianeti che saranno al centro di uno spazio dedicato del Meeting 2018. «La scienza ha determinato cambiamenti epocali e arricchito il senso della nostra presenza nell’Universo. Gli esopianeti, come la scoperta delle onde gravitazionali e tante altre scoperte ne sono la prova», ha detto Battiston. «Ma se da una parte il pensiero scientifico è un linguaggio irrinunciabile e universale per l’indagine dell’uomo e sull’uomo», ha concluso il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana «dall’altra la scienza ha sempre bisogno del dialogo e del confronto con altri linguaggi altrettanto universali per aprire nuovi orizzonti al nostro pensiero».
La parola infine a Emilia Guarnieri: «In un mondo dominato da particolarismi e contrapposizioni, nella confusione e nella fatica a trovare punti di valore e di riferimento comuni», ha esordito, «il Meeting lancia un suggerimento: ripartire da un uomo felice. Occorre ripartire da un uomo, da ogni uomo, per ristabilire legami, per ritrovare la fiducia». Legami, fiducia e speranza da una parte rispondono al cuore dell’uomo che è fatto per la positività «e dall’altra», spiega Guarnieri «all’evidenza di un mondo multiculturale che grida l’inevitabilità della convivenza». Nei microcosmi, come la famiglia, così come nei grandi scenari della storia, «gli uomini sono stati disposti anche a enormi sacrifici, come le ricostruzioni dopo le guerre, la lotta alla malattia, la fatica del lavoro a condizione che fosse evidente il significato. Nella figura di Giobbe, al centro di una grande mostra del Meeting 2018, ciò emerge come domanda di senso di fronte al dolore. Anche lo spettacolo inaugurale, ispirato a “La Scarpetta di raso” di Paul Claudel, con un grande allestimento in esterno, metterà in evidenza fin dalla prima sera il grande protagonista della storia che è il desiderio di felicità».