È stato presentato a Roma, nella sala della Protomoteca del Campidoglio, il report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, realizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza in collaborazione con la Sapienza – Università di Roma. Alla presentazione hanno preso parte il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Lamberto Giannini, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la rettrice dell’ateneo romano, Antonella Polimeni.
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha designato il 25 novembre come data della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” per ricordare tutte le vittime di questo genere di violenza. Una violenza che troppo spesso è portata fino all’estremo, e che porta al triste fenomeno del femminicidio. In occasione di questa ricorrenza è stato elaborato il report che analizza il fenomeno in maniera approfondita.
Nel suo intervento il Capo della Polizia ha sottolineato che: “È un’iniziativa importante, perché la violenza sulle donne è un fenomeno attuale, ed è stato necessario elaborare una strategia e una risposta normativa che sia sempre più efficace, che possa dare a tutti degli strumenti idonei per poter combattere questo fenomeno. È fondamentale – ha aggiunto il prefetto Giannini – essere sempre più accoglienti e fornire alle vittime di queste violenze, delle persone che siano preparate sotto ogni punto di vista, legale, psicologico, dell’accoglienza, che diano la forza di denunciare e di far rendere conto che non c’è nulla di cui vergognarsi. Perché quando si subisce una violenza si è vittima e basta. Molta strada è stata fatta in questa direzione, ci sono norme sempre più efficaci, che permettono di intervenire con grande celerità, ci sono misure di prevenzione, ma è importante continuare a studiare e a parlare di questo, e stabilire delle giornate che accendano i fari è molto importante. Mi sento di assicurare – ha concluso il Capo della Polizia – da parte nostra, il massimo impegno per tutelare tutte queste situazioni, tutte le donne, soprattutto quelle che hanno situazioni di fragilità”.
Tra i vari interventi anche quello del direttore centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi, che ha presentato il Report.
Dall’inizio dell’anno sono state uccise 104 donne, una cifra che rappresenta un grave allarme sociale, e che già da sola spiega l’esistenza di una Giornata internazionale.
I dati del Report analizzano i primi nove mesi dell’anno, mettendo a confronto anche l’intero 2021 con il 2020. Nei primi nove mesi dell’anno si registra una diminuzione degli omicidi di donne rispetto allo stesso periodo del 2021, 82 anziché 90, vittime ricordate con il nome di battesimo nel report, con una breve descrizione del fatto criminale; 71 di queste sono state uccise in ambito familiare e affettivo (-8%), 42 delle quali hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner (-19%).
Nei primi mesi del 2022 risulta altalenante l’andamento dei reati introdotti dal cosiddetto Codice rosso (L. 19 luglio 2019, n. 69), esaminati rispetto all’analogo periodo del 2021: crescono le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (+12%) e le lesioni con deformazioni o sfregio permanente al viso (+17%), diminuiscono i reati di costrizione o induzione al matrimonio (-53%) e il revenge porn (-20%).
Un’analisi mirata è stata dedicata ai cosiddetti reati spia della violenza di genere, che sono quei delitti che rappresentano degli indicatori del fenomeno, come espressioni di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica contro una donna in quanto tale. Nei primi nove mesi del 2022 diminuiscono del 17% gli atti persecutori, cosiddetto stalking, reato che colpisce le donne nel 75% dei casi; diminuiscono dell’8% i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell’81% dei casi; aumentano del 9% le violenze sessuali, che nel 92% dei casi hanno come vittime delle donne (di cui il 27% minorenni).
I primi nove mesi dell’anno fanno registrare anche un potenziamento dell’azione di prevenzione con un aumento del 40% degli ammonimenti dei questori per violenza domestica e del 6% di quelli per stalking.
Un nuovo approfondimento introdotto da questa edizione del report è quello relativo alle discriminazioni contro le donne disabili, che sono vittime degli stessi reati che colpiscono le altre donne, ma che possono diventare il bersaglio di violenze ulteriori, spesso da parte di chi se ne dovrebbe prendere cura.
Oltre ad un’approfondita analisi del fenomeno, in tutte le sue sfaccettature, sulla brochure vengono riportate anche le testimonianze di cinque giovani campionesse dei gruppi sportivi delle Forze di polizia (Maria Centracchio, Giulia Ghiretti, Zaynab Dosso, Dorothea Wierer, Elena Micheli) che hanno lanciato un messaggio per promuovere un’effettiva parità di genere, grazie anche allo sport.
L’evento è stato concluso dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: “L’iniziativa è importantissima, e conferma la costante attenzione che il sistema sicurezza e il ministero dell’Interno riesce a dedicare a questo fenomeno gravissimo. Un fenomeno odioso, che scuote le nostre coscienze e che, anche attraverso iniziative come questa, deve suscitare tutte le migliori sinergie a tutti i livelli istituzionali affinché si possa fare sempre di più una rafforzata azione di prevenzione e di contrasto. Gli episodi delittuosi riconducibili alla violenza sulle donne, in particolare quello più grave, il femminicidio, continuano ad occupare le pagine di cronaca”.
“Quando gran parte di questi episodi avvengono in ambito familiare affettivo – ha poi aggiunto il Ministro – o per mano del partner o ex partner, credo che sia la rappresentazione plastica del fatto di quanto la logica della sopraffazione, della discriminazione, del retaggio culturale negativo, sia la caratteristica di questi episodi. Questo si ricava anche dall’analisi del fenomeno dei reati spia come lo stalking, i maltrattamenti contro i familiari e conviventi, violenza sessuale, che sono tutti espressione di una sopraffazione fisica, psicologica”.
“La grande sfida è anche quella di proteggere le vittime – ha concluso Piantedosi – che vanno aiutate nel difficile percorso della denuncia, evitando la vittimizzazione secondaria”.