«Non staremo qui a raccontarvi, almeno non oggi, di amarezze, delusioni e dati che, da ogni dove, testimoniano le incertezze e le lacune con cui i professionisti della sanità devono convivere quotidianamente.
Non staremo qui a denunciare il pericoloso rischio che la mediocrità che aleggia nelle corsie degli ospedali, avallata da scelte poco condivisibili di Governo, Regioni e aziende sanitarie, diventi una triste abitudine.
Sappiamo bene che infermieri, ostetriche e tutti gli altri operatori sanitari, portano sulle spalle il peso di un sistema sanitario di cui rappresentano la colonna portante e che invece, paradossalmente, disorganizzazione e modelli arcaici trasformano addirittura, agli occhi della collettività, lo testimonia il dilagare delle violenze aberranti, come i capri espiatori e i nemici su cui sfogare rabbia e angoscia.
Il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, sia anche occasione di profonda riflessione, nella consapevolezza che ci sarebbe ben poco da festeggiare, e che siamo di fronte alla necessità di difendere noi stessi, armati nuovamente di spada ed elmetto, alla luce della crescente presa di coscienza del nostro ruolo, e delle competenze e della professionalità che ci rappresentano.
E’ doveroso, quindi, da parte di un sindacato come il nostro, il voler contribuire, in questa giornata, a raccontare alla collettività, oggi più che mai, chi sono gli infermieri e le ostetriche italiane, a fianco dei quali, beninteso nel rispetto degli specifici ruoli e distinguo, sono da considerarsi gli altri professionisti sanitari ex legge 42/1999 in Italia».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Il Primo maggio nasce innanzitutto sul doloroso ricordo di un evento infausto. C’è ragione di ricordare che il Primo Maggio è prima di tutto un giorno che dovrebbe essere dedicato alla memoria, dal momento che tutto ha origine dalla storica tragedia della rivolta Haymarket, a Chicago nel 1886. Fu un maggio di fuoco, dove si susseguirono numerose proteste di lavoratori che pensate un po’, avevano come obiettivo prioritario, portare l’orario di lavoro dalle 12 o 16 ore a 8 ore.
In un momento come questo il passato è costante testimonianza dei sacrifici, delle battaglie, combattute anche a costo della propria vita, e dove appare chiaro, che i lavoratori non hanno mai smesso e non smetteranno mai di lottare per far valere i proprio diritti e chiedere alle istituzioni di essere tutelati prima di tutto come persone.
Nel caso specifico delle professioni assistenziali dell’infermiere e dell’ostetrica poi, e della delicata realtà che li contraddistingue, è bene ricordare che siamo di fronte a professionisti dalle cui competenze non si può prescindere, per ricostruire una sanità che in Italia è ferma al palo, rispetto a paesi europei che invece corrono veloci verso l’evoluzione e la crescita sotto ogni punto di vista.
Non può esistere futuro per la sanità italiana senza gli infermieri e le ostetriche, ma soprattutto è impensabile immaginare che la qualità dei servizi assistenziali offerti ai cittadini, dentro e fuori gli ospedali, prescinda dalla valorizzazione a tutti i livelli di queste professioni.
Oggi Primo Maggio il nostro messaggio è quindi doverosamente di analisi, per ricordare ai cittadini quanto la professione infermieristica e quella ostetrica siano cresciute in autonomia negli ultimi anni, e soprattutto quale ruolo cruciale infermieri ed ostetriche hanno, forti di un rapporto diretto con il cittadino fruitore dei servizi del SSN.
Gli infermieri, ad esempio, si prendono cura quotidianamente di malati di ogni tipo, e hanno capacità di gestione di interventi professionali sempre più spesso risolutivi per salvare vite umane. E le ostetriche hanno la grande responsabilità di tutelare e preservare lo stato di salute della diade madre-bambino. E per entrambi, le loro crescenti specializzazioni, li qualificano come parte integrante di team di professionisti impegnati, nel mondo, nelle attività più delicate.
Ma soprattutto infermieri ed ostetriche non sono solo donne o uomini di pronto soccorso, generali od ostetrici, o delle corsie degli ospedali, non sono solo una iniezione o il cambiamento di una garza di una ferita o ancora l’assistenza ad una puerpera.
Gli infermieri, solo per citare un esempio, sono ovunque, ed è legittimo che sia così: nelle carceri, nei tortuosi pendii di montagna, nelle case di cura per anziani, nelle ambulanze. Dietro le tue spalle, se avverti un malore, se sei fortunato, mentre sei al supermercato o in banca, come testimonia la cronaca più volte, potrebbe esserci un infermiere che con prontezza di riflessi ti salva la vita.
Qualità umane e indubbie capacità di comunicazione, rendono inoltre gli infermieri e le ostetriche, figure indispensabili per un fondamentale percorso di educazione alla salute, a contatto con i giovani, nelle scuole, nelle relazioni con chi soffre di pericolose dipendenze.
Queste nostre riflessioni, oggi che è il Primo Maggio, ce lo auguriamo di vero cuore, siano per tutti, istituzioni e cittadini, ad ogni livello, il nostro modesto contributo verso la consapevolezza dell’importanza del nostro ruolo, e di quello di tutti i profili professionali sanitari ex legge 42/1999.
Adesso più che mai, le future scelte politiche in ambito sanitario siano corroborate da concretezza e lungimiranza», conclude De Palma.