Anche questo Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, assistiamo al progressivo disfacimento del mondo del Lavoro in Italia sotto i colpi delle politiche neoliberiste. Partendo dall’aumento della precarietà, dalla realtà di salari bassi e dalla diminuzione del potere d’acquisto a causa di un’inflazione monstre, oggi più che fare una Festa crediamo sia da riflettere sulla sventura che attanaglia la classe lavoratrice – dichiarano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo ULS Unione Lavoratori Sanità-.
I diritti conquistati con le lotte delle generazioni precedenti vengono anno dopo anno assottigliati dai vari Governi bipartisan, sotto lo sguardo attendista dei sindacati maggiormente rappresentativi. Nel frattempo, le risorse destinate alla guerra in Ucraina aumentano, non si toccano gli extra profitti dei colossi energetici, la patrimoniale sfuma, la lotta all’evasione fiscale inciampa sempre nei condoni e gli aiuti economici alle imprese rivestono da tempo il principale obiettivo politico. D’altro canto, si tralasciano come irrilevanti l’aumento dei salari indicizzato e le tutele dei Lavoratori (art. 18 in primis) della loro sicurezza sui posti di lavoro. Il taglio del cuneo fiscale, così come prospettato, porterà nelle tasche dei Lavoratori una manciata di euro buoni per una ricca colazione (visto i prezzi ormai fuori controllo). Infine, l’abolizione del reddito di cittadinanza, misura chiesta a gran voce da Confindustria alla continua ricerca di Lavoratori a basso costo e ancor meno diritti, consentirà lo sfruttamento legalizzato di tanta povera gente che si vedrà costretta ad accettare paghe da fame perché avrà fame – aggiungono dal Sindacato ULS-.
Nelle piazze danzanti vorremmo che si rifletta tra una canzone e l’altra sulla deriva socioeconomica verso cui sta andando il Paese. Le diseguaglianze sociali stridono sotto gli occhi di tutti, il diritto alla Salute, il diritto alla Casa e ad una vita dignitosa vanno rivendicati con decisione e bisognerà lottare per chiederne il rispetto. Il Primo Maggio è la giornata di chi lavora, di chi ha lavorato e di chi il Lavoro lo sta cercando, non permettiamo che si trasformi in un futuro molto prossimo in una giornata di commemorazione – concludono Amato e Gentile-.