La Corte di Cassazione ha rinviato alla Corte d’Assise d’Appello il procedimento per la morte del Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Mario Cerciello Rega.
Per quanto riguarda l’esito del procedimento, ci si riserva di leggere le motivazioni, fermamente convinti di proseguire nell’impegno di sostenere le ragioni dei familiari della vittima e del carabiniere Varriale.
Tuttavia l’Associazione Vittime del Dovere, presente in aula, quale parte civile, insieme ai familiari di Mario, ha ascoltato affermazioni che purtroppo hanno tentato di ledere la dignità e il ricordo dell’unica vittima di tutto il procedimento: il Vice Brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, uomo di grande professionalità e indiscussa umanità.
Molto spesso ci si dimentica che la difesa di un imputato, costituzionalmente garantita, non deve trascendere in una colpevolizzazione della vittima, causando così una vittimizzazione secondaria.
Se è vero che esiste una verità processuale, allora che questa sia figlia di un confronto onesto e corretto tra accusa e difesa, senza travalicare però le minime regole del rispetto della memoria di colui che non poteva essere presente in quell’aula per difendersi.