La tragica vicenda della discoteca di Ancona, dove i fatti che hanno portato ai noti eventi si sono scatenati per un uso a fini criminali di uno spray con sostanze urticanti, inducono ad alcune considerazioni. Sul proibizionismo, in senso ampio.
Stiamo parlando di una cultura e una prassi istituzionale che considera necessario proibire ciò che fa male. E’ questo alla base delle leggi che vietano consumo e produzione di alcune droghe. Un divieto che, a livello planetario, ci ha portati alla drammatica e tragica situazione di un mercato che – giocoforza esistendo perché gli umani vogliono consumare droghe – è diventato uno dei principali transnazionali gestito dalle malavite, con ricadute su istituzioni e individui.
Questo anche se è scientificamente, economicamente e politicamente acclarato che le droghe oggi illegali, come tante altre sostanze che possono alterare il corpo umano, se sottoposte ad un regime di controllo legale e sanitario avrebbero una ricaduta facilmente controllabile sugli individui e sulle società. Ma – è nostra opinione – gli aspiranti o i gestori dei poteri a vari livelli (individuali, collettivi e istituzionali) hanno gioco a loro vantaggio dall’uso di questi rubinetti… sì, proprio rubinetti, visto che quasi tutti gli Stati, non potendo stabilire come loro principale attività quella di incarcerare, e mantenere in prigione, i trasgressori in materia, preferiscono gestire le manopole di questi rubinetti a seconda delle loro singole opportunità.
Torniamo al nostro spray della discoteca di Ancona. Ricordiamo per questo spray è anche quello che, in Toscana ma crediamo anche altrove, uno dei principali partiti di governo (Lega di Matteo Salvini) regala a chi, di sesso femminile, decide di tesserarsi alla sua organizzazione. Stesso partito che, essenzialmente per voce del suo leader ministro dell’Interno, ci ricorda ogni giorno che vanno inasprite le attuali leggi in materia di droghe illegali.
A noi piace la semplicità. Per cui, se qualcuno considera che le droghe vanno combattute col proibizionismo perché ritiene che facciano male (omettendo, ipocritamente e furbescamente tante altre droghe legali, con al primo posto l’alcool), perché non viene fatto altrettanto con gli spray urticanti che, se usati in un certo modo come ad Ancona, sono devastanti? Non solo. Ma sempre questo qualcuno proibizionista sulle droghe è tenace sostenitore della facilità di possesso di armi da parte di privati per la propria difesa… torna questo col proibizionismo nei confronti di alcune droghe perché le stesse farebbero male? No, è ovvio che non torna. Ma serve al gioco del potere, di chi ce l’ha e di chi vorrebbe estenderlo ancora di più, facendo leva sulla cosiddetta pancia delle persone che si irrita quando percepisce pericolo.
E’ ovvio che se qualcuno volesse vietare le bombolette spray urticanti verrebbe considerato come un eccentrico asociale. Stessa valutazione, per esempio, per chi volesse non – come vuole parte del governo – estendere la facilità del possesso e dell’uso privato di armi da fuoco, ma addirittura abolire il porto d’armi. Ma sembra non appartenere a questa categoria di “eccentrico asociale” chi vuole continuare a mantenere il divieto di consumo e produzione di droghe oggi illegali.
Torna tutto? No, è ovvio che non torna. Questo accade perché i provvedimenti e le leggi, in materia di droghe oggi illegali e non solo, non vengono valutati e adottati in considerazione dell’utilità e del bene degli amministrati, ma quasi esclusivamente per il mantenimento e il consolidamento del potere di chi già ce l’ha, e che lo esercita – sempre a nostro modesto avviso – senza guardare oltre il proprio naso e dietro l’angolo e al domani.
Altrimenti, coerenza vorrebbe che i proibizionisti sulle droghe vietassero anche spray urticanti e armi dei privati. Ma è ovvio che non è così.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc