
IN ITALIA GIRO D’AFFARI DA 4,7 MILIARDI DI EURO ANNUI. GIUSTO SOTTOPORRE A TASSAZIONE PROVENTI MA ORGANIZZAZIONE E PARTECIPAZIPONE AD ATTIVITA’ RESTANO VIETATE…
La nuova classificazione Ateco 2025 sviluppata dall’Istat che prevede un apposito codice Ateco anche per prostituzione e attività di escort rischia di essere in contrasto con la normativa italiana. Lo afferma il Codacons, che ricorda come il settore del sesso a pagamento produca un giro d’affari sommerso stimato in 4,7 miliardi di euro annui in Italia.
“Si tratta di una questione particolarmente spinosa – spiega il presidente Carlo Rienzi – La prostituzione in se non costituisce reato, se svolta in modo autonomo e su base volontaria, e di conseguenza appare corretto sottoporre a tassazione i proventi di tale attività, come peraltro ribadito dalla Cassazione nel 2011. Il nuovo codice Ateco dell’Istat, tuttavia, essendo esteso anche a “organizzazione di servizi sessuali”, “organizzazione di eventi” e “gestione di locali di prostituzione”, si pone in netto contrasto con la legge italiana che se da un lato non vieta la prostituzione, dall’altro prevede il reato di sfruttamento della prostituzione, inteso anche come partecipazione ai proventi dell’attività di prostituzione (Cassazione del 2018), punito con reclusione da quattro a otto anni e una multa da 5mila a 25mila euro”.
“Siamo di fronte ad un corto circuito fiscale, con l’Istat che regolarizza tutte le attività legate alla prostituzione, e le leggi in vigore che vietano le stesse attività” – conclude Rienzi.