Prove di caccia varia su varia selvaggina: starne, beccacce, beccaccini, quaglie, “selvaggina naturale con o senza selvatico abbattuto”, selvaggina di montagna. Queste le categorie di gare per cani “da ferma” contemplate nel regolamento dell’Ente nazionale cinofilia italiana (Enci).
Gare che si possono svolgere in qualsiasi periodo dell’anno, gare che vedono come vittime animali cacciati sul campo per il divertimento di cacciatori e iscritti all’ente. Lo rileva l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che chiede all’Enci di stare al passo con i tempi e abolire queste gare sanguinose invise alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, che è contro la caccia.
Nella “selvaggina naturale”, si legge nel regolamento, sono ricomprese le più diverse specie: “Tutta la selvaggina tradizionalmente cacciata col cane da ferma, stanziale o migratoria (fagiano, starna, pernice rossa, pernice sarda, coturnice, quaglia, beccaccia, beccaccino, croccolone, colino, francolino, tetraonidi), a eccezione della lepre comune e variabile, sarà la selvaggina valida per le prove di caccia su tutta la selvaggina naturale. Non sarà mai idonea la selvaggina di recente immissione”.
L’Oipa fa notare inoltre che queste prove, pur essendo regolamentata e ammesse, sono evidentemente un retaggio da superare in nome del rispetto per gli animali e per la biodiversità, la cui tutela è sancita da ultimo anche dall’articolo 9 della Costituzione.
È giunto il momento di prendere le distanze da tali divertimenti, quanto meno discutibili, osserva l’associazione. Servirebbe una legge nazionale che impedisca tali pratiche, anche nel rispetto di un’opinione pubblica sempre più sensibile al rispetto e al benessere degli animali.