#PlasticFreeMed: si rinnova l’appuntamento con “Puliamo La Sella”, l’evento promosso dalla Fondazione MEDSEA in collaborazione con il brand Corona per Parley for the Oceans. Anche quest’anno sarà effettuata la pulizia dei litorali e delle spiagge che circondano la Sella del Diavolo e Marina Piccola. L’iniziativa si propone di sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica sul problema dell’inquinamento delle coste del Mediterraneo.
Un impegno che è alla base della prestigiosa partnership tra MEDSEA e la Fondazione statunitense Parley for the Oceans, che opera da anni nell’ambito della tutela degli habitat marini a livello internazionale.
L’appuntamento è per sabato, 29 giugno 2019, a Cagliari: dalle 9.00 alle 13.30 – ritrovo presso l’Anfiteatro di Marina Piccola – la spiaggia del Poetto e la Sella del Diavolo saranno ripulite dai rifiuti presenti in mare e sull’arenile. L’iniziativa, che rientra nella campagna #PlasticFreeMed della Fondazione MEDSEA, è organizzata nell’ambito della strategia internazionale avviata dalla Fondazione statunitense Parley of the Oceans per richiamare l’attenzione sulla necessità di proteggere gli oceani. Testimonial della manifestazione, a cui sono invitati tutti coloro che hanno a cuore la salute di coste e spiagge, è Francisco Porcella, surfista sardo-americano tra i più forti al mondo, molto attento alle tematiche di tutela dei nostri mari.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Cagliari con la collaborazione e il contributo di 16 chioschi del Poetto: Aurora, Otium, Sella del Diavolo, Palm Beach, Twist, Fico d’India, Oasi Café, Corto Maltese, Dolce Vita, Iguana, Capolinea, Le Palmette, Miraggio, Il Nilo, Malibù, Aramacao. I baretti si sono impegnati nella campagna, promossa da MEDSEA e Parley, per la riduzione dell’uso della plastica, a cui seguirà una certificazione plastic free.
Il supporto tecnico al Clean Up è garantito da: Scuola Kayak G.S Aquila Cagliari; Bike Lab; Tutti in Sup, Cooperativa Golfo degli Angeli, Way Sailing, Air Sub, Blue Tribune – Settore Apnea, Nemo Sub.
I numeri. Nel Mediterraneo l’accumulo di rifiuti di origine antropica come la plastica, il vetro, il legno, la gomma e residui vari è un’emergenza ambientale. Secondo l’indagine Beach Litter condotta lo scorso anno da Legambiente, sono stati trovati oltre 41mila rifiuti, per una media di 670 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. La plastica si conferma il materiale più trovato (84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (4,4%), metallo (4%), carta e cartone (3%).
Non solo le spiagge, ma anche i fondali della Sardegna, rischiano di essere soffocati dalla plastica: secondo la ricerca del biologo marino Andrea Alvito per conto dell’Università di Cagliari, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica britannica Waste management. intorno all’isola si contano 59 rifiuti per ogni chilometro quadrato.
Con riferimento ai rifiuti galleggianti invece, l’Area Marina Protetta Capo Carbonara, nell’ambito del progetto MEDSEALITTER, condotto tra il 2015 e il 2017 in collaborazione con il CNR di Oristano e l’ISPRA, ha rilevato la presenza di un abbondante quantità di rifiuti galleggianti: sono stati rinvenuti 1061 oggetti, la maggior parte dei quali di plastica (91%), prevalentemente buste e bottiglie (è autore della ricerca anche il socio di MEDSEA, Francesca Frau, Biologa marina).