Quello che avviene al carcere di Cuneo è uno scenario da film horror: olio bollente, uso di taser, devastazioni, violenze, torture diffuse. Se quanto pubblicato in queste ore fosse confermato e se (il condizionale per noi garantisti e d’obbligo) gli agenti indagati si fossero davvero macchiati di crimini così gravi, ci troveremmo di fronte all’ennesimo caso di violenza e di violazione dei diritti umani intollerabile per uno Stato che si definisce di Diritto.
Il carcere di Cuneo è fuori controllo: tra continue denunce di torture e di aggressioni al personale, assistiamo al totale fallimento di uno Paese che abbandona detenuti e detenenti, preferendo prendere (o meglio, perdere) tempo in attesa di una seria riforma carceraria, che però non arriva mai. C’è solo una soluzione di fronte ad una situazione del genere: chiudere il Cerialdo e, soprattutto, incardinare riforme che passino per l’amnistia e l’indulto, per le case di reinserimento sociale e per la depenalizzazione di alcuni reati. Finché il carcere non diventerà l’extrema ratio e non sarà fulcro di rieducazione e lotta alla marginalità, non potrà che continuare a sfornare violenza e nuovi crimini.
Lo dichiarano in una nota Filippo Blengino e Alice Depetro, rispettivamente Tesoriere e membro della Direzione nazionale di Radicali Italiani.