Secondo Antigone, le donne presenti negli istituti italiani al 31 dicembre 2023 erano circa 2.400, ospitate in quattro istituti (Trani, Pozzuoli, Roma e Venezia) e in 44 sezioni femminili distribuite all’interno degli istituti maschili.
Anche le carceri femminili soffrono il sovraffollamento, con un tasso del 112%. Più degli uomini, le detenute soffrono l’isolamento dagli affetti, data la scarsa capillarità di sezioni e strutture sul territorio. Una popolazione sempre più anziana; a fine 2021 le detenute sopra i 60 anni di età erano il 9,8% della popolazione complessiva, mentre il 63,7% erano madri.
A ciò si aggiunga la presenza dietro le sbarre dei bambini. Una vergogna, un’autentica violazione dei diritti di chi si trova costretto a crescere in carcere da innocenti. E quindi, le macchinine e le bambole sono sostituite dalle sbarre, dal rumore delle chiavi, dall’umidità e dal freddo di strutture vecchie e fatiscenti, isolati e privati dell’aspetto affettivo, sensoriale e relazionale.
Buon 8 marzo, con la speranza che il legislatore non continui a dimenticare le condizioni delle tante donne ignote.
Lo dichiara in una nota Filippo Blengino-Tesoriere Radicali Italiani