Ha fatto notizia a suo tempo, dopo il risultato delle elezioni politiche, che alcuni elettori si erano recati in uffici pubblici chiedendo come fare a riscuotere il reddito di cittadinanza, che era una delle misure contenute nel programma elettorale dei vincitori di quella tornata (M5S). In Rete, più o meno burlescamente, si potevano reperire già dei moduli da presentare alle autorità. Tutti si sono fatti un sorriso.
E’ di questi giorni la continua contesa tra il partito che ha proposto questo reddito e il ministero dell’Economia che dovrebbe trovare i fondi ad hoc. Questo mentre il ministro di punta di questa proposta ha corretto la proposta originaria, specificando che l’erogazione dovrebbe essere prevista solo per i cittadini italiani -per tranquillizzare (sulla quantità, visto che buona parte dei poveri che ne fruirebbero sarebbero migranti) chi deve trovare i soldi e chi, nella maggioranza di governo, dimostra allergia verso tutto ciò che ha a che fare coi migranti, anche legali. Da reddito di cittadinanza, quindi, si è passati a reddito di italianità, mettendo in seria precarietà la sua costituzionalità (1).
In questa saga, piu’ o meno in tanti partecipano. Anche coloro che, nella loro presunta ingenuità, si sentono partecipi e cittadini, quindi soggetti che rivendicano diritti. Questo il testo di una lettera che è pervenuta oggi al servizio online di consulenza che Aduc svolge gratuitamente:
domanda
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Mi scuso anticipatamente circa l’ignoranza del meccanismo di calcolo Isee.
Se una persona, con casa di proprietà dove ha la residenza e non è affittata non svolge nessun lavoro e “vive” di cedole e plusvalenze, questa ai fini dell’Isee potrebbe essere la beneficiaria di eventuali redditi di cittadinanza o inclusione?
Nostra risposta (ovviamente solo in termini professionali)
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dipende dai numeri da cui si evince il suo reddito, che include anche quello da investimenti, non si può dire in assoluto. Inoltre, deve comunque attendere che in merito ci sia una legge dello Stato.
Anche questo è il nostro Paese.
Aduc
