“Lo avevamo annunciato, l’abbiamo fatto” dichiara Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente del Comitato Promotore del Referendum Cannabis, “abbiamo ricevuto 37.500 PEC dai comuni con allegati almeno 150.000 certificati. A venerdì sera, 1400 amministrazioni comunali non hanno risposto del tutto. Altre non hanno rispettato le 48 ore previste dalla legge, ormai diventate 96, e hanno inviato certificazioni d’iscrizione nelle liste elettorali delle oltre 580.000 firme raccolte online sul referendum cannabis in modo parziale”.
Data la situazione, tale da mettere a rischio l’intera raccolta firme, il Comitato Referendario fa presente come, a fronte del permanente silenzio istituzionale e tenuto di conto delle inadempienze dei comuni, sarà costretto a mettere in mora anche il Ministero dell’Interno se non dovesse intervenire per sanare quanto in atto in queste ore.
“Purtroppo sta avvenendo quello che temevamo.” – Dichiarano dal Comitato Referendario Antonella Soldo, Riccardo Magi e Leonardo Fiorentini – “Alla disparità di trattamento di questo referendum rispetto agli altri che avranno tempo fino al 31 ottobre, si è aggiunta l’inadempienza di tanti comuni italiani. Di fatto siamo di fronte a un sabotaggio che può essere evitato solo con un intervento urgente del Governo”.
Il Referendum Cannabis è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.