Commemorata Lea Garofalo nella Giornata contro la violenza sulle donne…
Rho – Al Giardino a lei intitolato, in via Goglio, è stata commemorata questa mattina Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa il 24 novembre 2009 dal marito Carlo Cosco, esponente di spicco della ‘ndrangheta. Come da tradizione, accanto al Sindaco Andrea Orlandi e alle autorità cittadine, anche studenti delle scuole.
Alla cerimonia apertasi con l’Inno nazionale e presentata da Paola Cupetti dell’Ufficio Cerimoniale del Comune di Rho, erano presenti gli assessori Nicola Violante (Trasparenza e legalità), Alessandra Borghetti (Pari opportunità); Paola Pollini, presidente della Commissione consigliare legalità e antimafia di Regione Lombardia; Clelia La Palomenta, presidente della Commissione consigliare legalità e antimafia di Rho (che ha collaborato con le scuole per organizzare l’evento); il prevosto don Gianluigi Frova, i consiglieri comunali Giuseppe Caronni e Vito Galliani; rappresentanti delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e del COR Protezione civile.
L’Assessore Alessandra Borghetti, ricordando la Giornata internazionale contro la violenza, si è rivolta direttamente ai ragazzi: “Violenza non è il primo schiaffo, il primo spintone. Prima ci sono sempre comportamenti che sembrano quasi normali: “Perché esci con le tue amiche stasera? Non è meglio se rimani con me? Sei sicura di quella gonna troppo corta? Perché ti metti i tacchi? Metti le scarpe da tennis”. Oppure: “Sei troppo grassa devi dimagrire, non mi piace quel colore di capelli, fatti la tinta. Perché devi pensare all’università? Cercati un lavoro e pensiamo a sposarci”. Tutte queste frasi sono gesti di violenza. Ho fiducia in voi giovani, penso abbiate una mancia in più rispetto a noi. Fatela valere e ricordatevi che ogni volta che qualcuno vi dice che non potete fare qualcosa, che non siete abbastanza per fare qualcosa, che non potete aspirare a una certa posizione lavorativa o famigliare, a viaggiare, ogni volta che qualcuno mette in dubbio i vostri sogni, quella è violenza. Sognate in grande e non mettete nessun limite ai vostri sogni”.
Paola Pollini ha richiamato la necessità di cambiare una società che ancora si basa sul patriarcato. Quindi la parola è passata agli studenti e alla loro dedica “A Lea e Denise, voci contro il silenzio della mafia e per la libertà di tutte le donne”.
Due le classi del IV indirizzo economico sociale (A – B) del Liceo Rebora preparate dalle docenti Antonietta Esposito e Stefania Fabrizi per una performance già presentata in occasione del 21 marzo giornata in ricordo delle vittime di mafia: hanno proposto letture tratte dal libro “La scelta di Lea” (di Marika Demaria), in memoria di Lea Garofalo, ricostruendo la sua storia, quella di sua figlia Denise e fasi del processo che ha portato a sei ergastoli. Al termine delle letture, i ragazzi hanno depositato delle rose sulla panchina con la scritta “Vedo, sento, parlo” dedicata a Lea Garofalo.
La Classe III dell’indirizzo turistico dell’IT Mattei, preparata dalle docenti Alessandra Re Sartò e Francesca Orabona, ha esposto i cartelloni preparati a scuola, deposto un mazzo di fiori sulla lapide del Giardino e presentato dei pensieri contro la violenza sulle donne partendo da Lea e Denise: “Le donne hanno diritto di vivere in una società fondata sul rispetto e l’uguaglianza. Lea Garofalo è una figura simbolica di coraggio, determinazione e sacrificio. Insegna a non arrendersi mai. Nessuna donna deve avere paura di vivere la propria vita in libertà. Lea ha scelto di denunciare, di combattere l’omertà e dire la verità. Lea è simbolo di coraggio e resistenza, di dignità e di lotta, ha sfidato la violenza della ‘ndrangheta sacrificando la sua vita per la giustizia. Il vero valore di un uomo si rivela nel rispetto che ha per le donne. Un uomo violento è riflesso di un uomo insicuro, siamo noi donne a dover essere forti, dobbiamo ricordarci di chi siamo e quanto valiamo. La scelta di Lea resta una luce di speranza per chi lotta per la verità. Sei un faro di giustizia, che ci ricorda che verità e libertà non hanno prezzo, il tuo sacrificio non sarà dimenticato”.
Presenti anche studenti della scuola secondaria di primo grado San Carlo, che aveva proposto l’intitolazione del Giardino a Lea Garofalo. Don Gianluigi Frova, presidente della scuola, ha esortato a dire no al bullismo ma a mettere in atto un “bullismo contro l’ingiustizia”: “Le parole fanno male alla mafia, ne ha paura. Abbiate il coraggio di parlare, di denunciare, di non stare zitti né rispetto alla violenza sulle donne né rispetto alle logiche mafiose. Quello è un bullismo positivo. Siate bulli buoni”.
Il Sindaco Andrea Orlandi ha invitato tutti a compiere un piccolo gesto, fare un passo in avanti: “Questo come vedete è un cantiere. Abbiamo scelto di riqualificare questo parco, non avendo risorse per tutti, perché è dedicato dal 2019 a Lea Garofalo e ha un significato particolare. E’ vicino a tante scuole medie e superiori, può essere un luogo in cui fermarsi davanti alla lapide per riflettere. Vi invito a fare un passo in avanti. Di solito ci mettiamo in un angolo per non farci notare. Lea ha saputo fare un passo in avanti. La bandiera di Libera che la ricorda recita lo slogan “Vedo, sento, parlo”. Vuol dire osservo, ascolto e racconto. Vedere non basta, bisogna osservare con spirito critico. Sentire non basta, bisogna ascoltare. Parlare deve trasformarsi in raccontare, perché facendolo ci mettiamo un pezzo di noi. Dunque, raccontate ad altri gli esempi di Lea e Denise. Siate protagonisti dei messaggi che passano da questa giornata. Portiamo semi di speranza e futuro stando sempre attenti con spirito critico a ciò che ci circonda. Il vostro lavoro sia anche un monito a noi adulti per ricordarci di questi valori”.
Al termine un gesto legato alla proposta della famiglia di Giulia Cecchettin un anno fa: fare rumore, scuotere le proprie chiavi di casa per rompere il silenzio, con lo slogan “Siamo il grido autentico e feroce di tutte le donne che non hanno più voce”.