L’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, prende atto della decisione del Tribunale per i minorenni di Brescia di autorizzare il rimpatrio degli oltre 60 minori ucraini ospitati a Rota d’Imagna, Bedulita e Pontida da oltre due anni. Tuttavia, esprime preoccupazione per i possibili bisogni e rischi di protezione internazionale del gruppo che verrà rimandato in un paese invaso e in guerra.
Nel luglio del 2023 l’UNHCR ha diffuso una posizione sul rimpatrio volontario in Ucraina di bambine e bambini rifugiati privi di cure genitoriali, compresi i minori non accompagnati e i minori evacuati da istituti di assistenza in Ucraina. Il documento, condiviso con tutti i tribunali per i minorenni italiani, fornisce le garanzie di protezione che dovrebbero essere messe in atto in qualsiasi processo di ritorno volontario in Ucraina, e sottolinea la necessità di garantire che i bambini siano pienamente informati e che le decisioni siano sempre prese dopo aver consultato i bambini interessati, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e in base alla determinazione del loro superiore interesse.
Tutto questo è in linea con la posizione generale dell’UNHCR sui rimpatri volontari in Ucraina, pubblicata nel giugno 2023, che riconosce che, sebbene alcune persone abbiano scelto di tornare a casa, è fondamentale che tali decisioni siano ben informate e prese volontariamente, dato che è in corso una guerra su larga scala, e che l’UNHCR non promuove o facilita i rimpatri in Ucraina.
Molti dei bambini di questo gruppo, inoltre, hanno esigenze specifiche e ricevono attualmente cure e servizi specializzati in Italia. È importante quindi considerare attentamente la disponibilità di queste attenzioni al momento del rientro in Ucraina per garantire la continuità dell’assistenza.
A causa dell’invasione russa, l’Ucraina è tuttora un paese in guerra, dove il pericolo di attacchi militari è costante e continuo, anche nei confronti della popolazione civile, le fonti energetiche sono razionate o assenti, le infrastrutture danneggiate, il sistema sanitario in ginocchio.
L’UNHCR riconosce infine positivamente il livello di integrazione sul territorio raggiunto in due anni dai bambini – attorno ai quali si è formata una rete di sostegno da parte della comunità locale e della società civile, grazie alla quale i minori hanno intrapreso un percorso scolastico ed extra-scolastico, di cura e di relazioni sociali. L’impegno della comunità e della società civile è stato fondamentale per fornire un ambiente di sostegno che favorisse il benessere e lo sviluppo dei bambini fino al loro rientro in sicurezza in Ucraina.