L’Istat è esplicito: consumi di aprile in forte crescita rispetto all’anno scorso (periodo di lockdown duro) e in lieve calo rispetto a marzo (1), tranne che per gli alimentari… probabilmente grazie al mangiare domestico sempre più in auge rispetto al passato e alla lieve riapertura della ristorazione. Nei dati dei prossimi mesi, grazie anche alle nuove riaperture, si dovrebbe comprendere meglio questo trend.
Già ora, comunque, dalle cronache e dalle esperienze dirette, ci si può fare un’idea di cosa potrebbe significare la ripartenza dei consumi, anche se limitata al solo consumatore italiano, chè per gli stranieri ci vorrà ancora tempo prima che ritornino.
Gli ultimi fine settimana e il ponte intorno alla data del 2 giugno sono stati espliciti.
Prendiamo in particolare il caso di Firenze, ma dalle cronache locali e nazionali non c’è una grande differenza rispetto alle altre città d’arte e alle località di vacanza.
Quello che c’era prima, e che era rimasto chiuso o socchiuso, ha riaperto, con qualcuno che manca all’appello ma anche con qualcuno di nuovo (emblematico il caso del mega ristorante Sofia Loren, con tanto di attrice e sviolinata del Sindaco per l’inaugurazione nonché bagno di folla e di clienti con distanziamento tutto da calcolare).
Negozi attaccati uno all’altro vendendo grossomodo le stesse cose. Alcune strade il cui odore dominante è quello del salame finocchiona, con code di centinaia di metri per acquistare il panino nel “vinaino” più conosciuto e famoso al mondo. Code per l’ingresso in musei e chiese, dove il rallentamento rispetto al solito è solo dovuto al fatto che i venditori (sportelli per biglietti) non si sono ancora adeguati al ritorno. Strade strapiene di tavolini ovunque (anche se tanti ancora vuoti). Ripartenza della cosiddetta movida (pur se ora limitata dal coprifuoco a mezzanotte, che fra un po’ non ci sarà più) e quindi ripartenza del chiasso e inciviltà di estreme minoranze che minano la tranquillità notturna dei residenti e non solo.
Sintesi: tempo una paio di settimane e saremo come prima del lockdown, con l’aggiunta di una frenesia non-moderata dovuta alla lunga astinenza del consumatore e di chi offre loro prodotti e servizi.
Nel frattempo il bla bla delle istituzioni che, per esempio, nel caso di Firenze, hanno deciso di far aprire un grande negozio nel cuore della città dal profumo di salame, ridando vita ad un ex-cinema (Capitol) che era chiuso da decenni. E questo mentre, in altri cuori della città, partono progetti per grandi alberghi di lusso (Costa San Giorgio ed ex-Majestic) e altri centri commerciali pur se camuffati in alcuni servizi pubblici (Sant’Orsola).
E pensare che il Sindaco di Firenze è stato di recente eletto presidente di Eurocities (2), alleanza di mega città per una sorta di futuro sostenibile. Forse ci vuole tempo….
Insomma, siamo punto e a capo
1 – https://www.aduc.it/notizia/vendite+al+dettaglio+forte+crescita_138006.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc