Ristoranti costosi. Le responsabilità dei consumatori e non tutti nascono signori

Ha avuto un conto di 101 euro per due risotti e una bottiglia d’acqua. Così ha denunciato un consigliere comunale di Firenze che, in un ristorante della sua città, si è stupito per un tale importo. Social a go-go, i fatti descritti a seconda del giornale che li riporta, ma resta lo scandalo, in una città – Firenze – non nuova a simili situazioni. Nella fattispecie poi, lo scontrino riporta che sono due secondi mentre, dovunque si legge che sono due risotti… primo piatto.

Leggendo le varie fonti si scopre che i prezzi fatti pagare sono indicati nel menù, anche quello appeso fuori dell’ingresso, e che non sono due risotti, ma due secondi in cui c’è anche il riso, e due secondi pregiati (mazzancolle e tartufo bianco). Il nostro consigliere ammette di non aver letto i prezzi, nonostante il suo ufficio in Palazzo Vecchio sia presidente della commissione Politiche per la promozione della legalità, ma ha deciso ugualmente di rendere pubblica la sua disavventura.… che proprio non sembra essere tale. Uno legge i prezzi e decide di conseguenza, e nessuno vieta di far pagare due secondi un centinaio di euro.

E quindi? Fuffa populista.

Un particolare, il consigliere, seduto a tavola si è ferito per la presenza sulla tovaglia di un vetro. Incidente che, oltre alle scuse del ristoratore, ha indotto quest’ultimo a fare uno sconto di 11 euro sul conto. Questo a significare che, nonostante questo nostro imbarazzante commento (siamo un’associazione di consumatori mai tenera verso esosità e illegalità dei commercianti), dovuto perché non potrebbe essere altrimenti, ci preme sottolineare che non tutti nascono signori, neanche il nostro ristoratore… suvvia, lo sconto di 11 euro… noi avremmo fatto 50% o gratis con scuse e invito per una prossima volta… e probabilmente non saremmo qui a scriverne e parlarne. Ma “this is Florence 2024”.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc