Destinatarie del provvedimento ventinove persone indiziate di aver preso parte attiva alla grave rivolta scoppiata nel carcere di Melfi il 9 marzo del 2020
Potenza – Il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, la Squadra Mobile di Potenza, con il supporto e la collaborazione dei Reparti della Polizia Penitenziaria hanno dato corso all’esecuzione dell’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di ventinove persone, tutte gravemente indiziate di aver preso parte attiva alla grave rivolta consumatasi il 9 marzo del 2020 presso la Casa circondariale di Melfi, nel più ampio contesto dei moti di protesta avverso le misure restrittive imposte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che a livello nazionale, in quegli stessi giorni, hanno interessato molti altri istituti detentivi del Paese.
Nell’ambito del medesimo procedimento, l’ordinanza cautelare era stata già eseguita nel mese di settembre dello scorso anno nei confronti di altri undici detenuti che non avevano proposto ricorso per Cassazione e che l’ulteriore esecuzione dei giorni scorsi ha avuto luogo a seguito dei rigetti e delle dichiarazioni di inammissibilità, da parte della Suprema Corte di Cassazione, delle impugnazioni proposte. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, attraverso un’attenta e meticolosa ricostruzione di tutte le fasi della protesta hanno permesso di risalire all’identità di tutti e quarantaquattro i detenuti di cui, ferma restando la presunzione di non colpevolezza, allo stato, si ipotizza il coinvolgimento a vario titolo nella grave sommossa, durante la quale personale sanitario e diversi agenti della Polizia penitenziaria, in servizio presso l’istituto melfitano, rimasero sequestrati per circa nove ore. Grazie all’immediato intervento delle Autorità di Pubblica Sicurezza e al dispositivo delle Forze dell’ordine fatto convergere sul posto, nonché all’impegno profuso dalla Polizia Penitenziaria di Melfi, fu possibile pervenire alla liberazione degli ostaggi riconducendo i facinorosi nelle camere detentive, a seguito di una lunga trattativa durante la quale i fautori della sommossa avevano provveduto anche alla stesura di un documento di richieste e rivendicazioni. La presenza sul posto di personale specializzato in indagini antimafia della Polizia di Stato, ha permesso in sinergia con la Polizia Penitenziaria del carcere di Melfi, di pervenire nell’immediatezza dei fatti e già nel corso della notte all’acquisizione di una serie di elementi indiziari che, all’esito degli ulteriori approfondimenti investigativi, hanno portato la Direzione Distrettuale Antimafia a contestare i reati di sequestro di persona a scopo di coazione e di devastazione, per i quali è già stata formulata richiesta di rinvio a giudizio dinnanzi al Giudice dell’udienza preliminare di Potenza. L’esecuzione ha avuto luogo nelle province di Potenza, Bari, Crotone, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Livorno, L’Aquila, Oristano, Cuneo, Catanzaro, Agrigento, Palermo, Udine, Siracusa e Catania.