Si sono celebrati a Roma, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, gli 80 anni della difesa della Capitale d’Italia dall’occupazione nazifascista.
Il Presidente ha deposto due corone d’alloro, a ricordo del sacrificio dei tanti che si schierarono contro le truppe di occupazione, una a Porta San Paolo, luogo simbolo della guerra di liberazione e uno al Parco della Resistenza.
Per due giorni militari, Forze dell’ordine e civili furono impegnati nella battaglia a difesa di Roma prima di esser costretti alla resa.
In quei giorni, anche i poliziotti presenti in città presero parte ai combattimenti: un reparto della P.A.I. (Polizia africa italiana) nei pressi del ponte della Magliana, nella zona sud di Roma, fu schierato a difesa dell’avamposto n.5 e lì persero la vita Amerigo Sterpetti, Umberto Dionisi Antonio Zanuzzi Antonio Mollica e Aldo De Palma.
A Porta San Paolo, altro avamposto delle truppe italiane, perse la vita la guardia Imolo Meran.
In città furono uccisi in due episodi differenti; la guardia Giovanni Liguori che per permettere a civili e colleghi di scappare da un rifugio, si presentò ai soldati tedeschi in uniforme per attirare su di sé l’attenzione e distrarli. La Guardia, dopo pochi istanti, durante un alterco con un soldato tedesco, venne brutalmente uccisa da una raffica di mitra.
Un’altra raffica di mitra uccise Giuseppe Mantellassi mentre stava raggiungendo i suoi colleghi nella caserma del collegio Romano.
Dopo la resa molti poliziotti rimasti in città si misero in contatto con la resistenza fornendo informazioni alla rete dei partigiani; tra questi il tenente Maurizio Giglio e il vice brigadiere Pietro Lungaro, trucidati alle Fosse ardeatine il 24 marzo 1944 e le guardie Giovanni Lupis ed Emilio Scaglia uccise al Forte Bravetta il 3 giugno 1944, il giorno prima della liberazione della città da parte delle truppe anglo- americane.