Ruolo sanità privata sempre più centrale, non si può ignorare la necessità di tariffe adeguate per garantire qualità e sostenibilità a lungo termine

I recenti dati del Rapporto della Ragioneria dello Stato per il 2023 confermano un quadro allarmante per la sanità pubblica italiana. Con una spesa complessiva che ha toccato i 176 miliardi di euro, di cui ben 43 miliardi sostenuti direttamente dai cittadini (+7% rispetto al 2022), è evidente come il pubblico fatichi a rispondere ai bisogni della popolazione.

“Questi numeri certificano l’urgenza di una revisione strutturale,” afferma Karin Saccomanno, Presidente dell’AISI (Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti). “Il sistema sanitario pubblico non riesce più a reggere il carico, e il privato diventa un’opzione obbligata per molti cittadini. Ma per sostenere questa funzione complementare, il settore privato ha bisogno di tariffe giuste e sostenibili”.

L’AISI sottolinea inoltre come le recenti vicende legate al TAR Lazio abbiano acceso un riflettore su una questione cruciale. Dopo una sospensiva iniziale che sembrava voler bloccare i drastici tagli tariffari proposti, il successivo ribaltamento della decisione ha generato ulteriori incertezze. “La qualità dei servizi privati non può essere garantita se le tariffe non vengono adeguate a coprire i costi effettivi,” dichiara Giovanni Onesti, Direttore Generale dell’AISI.

Privato e pubblico: un rapporto che deve trovare equilibrio

Secondo l’AISI, il privato non rappresenta un ostacolo alla rinascita del pubblico, ma un alleato necessario in un momento di profonda crisi. “Il privato non si sostituisce al pubblico, lo integra,” aggiunge Saccomanno. “Ma senza condizioni economiche adeguate, anche il nostro settore rischia di non poter rispondere alle crescenti richieste dei cittadini”.

Per l’AISI, la soluzione passa da una revisione organica delle politiche tariffarie e dalla creazione di una strategia sanitaria nazionale che valorizzi entrambe le componenti. “Solo così sarà possibile garantire ai cittadini italiani l’accesso a una sanità equa, universale e di qualità, dove pubblico e privato sono i baluardi della tutela della salute”, concludono Saccomanno e Onesti.