Quella che è in corso contro l’ospedale Careggi di Firenze è “un’azione punitiva” che per ragioni ideologiche mette a rischio la vita di ragazze e ragazze, e che giorno dopo giorno sta prendendo una piega “molto pericolosa”.
Lo denunciano in una lettera 259 genitori, rivolgendosi al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e all’assessore alla Salute della Regione Toscana Simone Bezzini. “Tutte noi famiglie – scrivono – da sole negli anni abbiamo dovuto capire che cosa stesse succedendo alle nostre creature perché l’Italia è notoriamente fanalino di coda riguardo ai diritti delle persone transgender che sono totalmente invisibili e prive di diritti. Abbiamo dovuto fare ricerche all’estero e confrontarci tra di noi per capire come fosse meglio agire. Lo Stato non è mai stato presente.
L’ospedale di Careggi, nel corso degli anni, si è specializzato in salute transgender grazie all’operato di due delle persone più esperte sull’argomento a livello mondiale, la dottoressa Fisher e la dottoressa Ristori, che hanno sempre seguito le raccomandazioni internazionali con particolare attenzione alle evidenze scientifiche”. Il processo mediatico e politico contro il Careggi ha prodotto, secondo firmatari, un clima “pericoloso” fatto anche di minacce ai medici e ai pazienti: “Come famiglie riteniamo che la politica tutta debba assumersi quindi anche la responsabilità morale di qualunque conseguenza un’azione del genere, gestita in questo modo, ha su una minoranza che vive quotidianamente un pericolo estremo dovuto alla mancanza di protezione”, scrivono i genitori.
Le associazioni italiane Agedo e Arcigay hanno ritenuto necessario trasmettere la lettera a diversi esponenti delle istituzioni europee, quelle politiche e quelle scientifiche, perché siano informate dei fatti e possano intervenire per chiedere all’Italia di agire nel rispetto delle persone e dei loro diritti fondamentali. In particolare, la lettera è stata inoltrata agli europarlamentari Kim van Sparrentak e Marc Angel co-presidenti dell’intergruppo LGBT, all’on.Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente dello stesso intergruppo, a Constantinos Manolopoulos, direttore ad interim dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali, a Helena Dalli, Commissaria UE per l’uguaglianza, a Paolo Gentiloni Commissario UE Italiano, a Stella Kyriakides, commissaria Ue per la Salute, all’ufficio della Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, a Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, a Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, e a Gabriella Calleja, consigliere politico del Consiglio d’Europa.
“Il diritto all’assistenza psico-socio-sanitaria erogata da un centro di eccellenza del servizio pubblico come l’ospedale Careggi – scrivono le associazioni – viene messa a rischio sulla base di posizioni anti-scientifiche e, sulla stampa, cresce la diffusione di informazioni manipolate e false. Tutto ciò è contrario ai principi della Costituzione italiana e in contrasto con i Trattati fondativi dell’Unione europea, essendo violata la dignità e la salute delle persone, in questo caso, transgender. Le discriminazioni e le limitazioni all’accesso ai servizi sanitari che si producono sono contrarie agli obiettivi generali in materia di salute e giustizia dell’Unione europea”, denunciano Arcigay e Agedo.