Un questionario online che vuole raggiungere quante più persone all’interno della comunità LGBTQIA+ per osservare quanto pesino stigma e auto-stigma nei comportamenti e nelle relazioni delle persone non eterosessuali.
La ricerca si chiama Stigma Stop ed è promossa da Arcigay con il sostegno incondizionato di ViiV Healthcare. I risultati, elaborati dallo psicologo Filippo Nimbi, verranno comunicati in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids. “Grazie ai risultati di questa indagine – spiega Ilenia Pennini, responsabile Salute di Arcigay – otterremo dati fondamentali riguardo a come lo stigma e l’auto-stigma impattano sulla vita delle persone della comunità LGBTQIA+ e sul loro approccio alla salute e al proprio benessere sessuale. Lo scopo è di tracciare linee guida e raccomandazioni per contrastare le discriminazioni che avvengono quotidianamente”.
Secondo Gregory M. Herek, professore di psicologia all’Università della California e autore di numerose ricerche sul pregiudizio contro le minoranze sessuali, lo stigma sessuale si riferisce a tutte quelle forme di giudizio e discriminazione associate al desiderio tra persone dello stesso genere, a determinati comportamenti sessuali e/o relazionali, e a tutto quello che coinvolge minoranze sessuali. Questo tipo di stigma si può manifestare in contesti istituzionali e legislativi come può tradursi in forme di violenza fisica e psicologica. Le persone percepite come non eterosessuali o non cisgender sono spesso oggetto di azioni di bullismo, abusi fisici, abusi sessuali e violenza. Ma l’internalizzazione dello stigma nelle persone della comunità LGBTQIA+ si manifesta anche come auto-stigma: una forma di pregiudizio verso se stessi in cui il concetto di sé è congruente con la risposta stigmatizzante della società.
“Lo stigma sulla sessualità – prosegue Pennini – è una barriera al piacere di tutt*. Difendere il diritto a una sessualità libera è una battaglia per la dignità e per l’uguaglianza. Questa indagine aiuterà a registrare anche il livello di auto-stigma che esiste nella comunità. E ad elaborare conseguenti e scientificamente fondati interventi di peer education”.
Il test, totalmente anonimo, si compila online in pochi minuti cliccando questo link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfrm5CweSsEM9zwQSh0FcsU6rNZ170HY3SNMl4hFmjLRGfaMg/viewform