«Cosa stanno diventando gli ospedali? Da luogo di cura e tutela per la salute della collettività, da strutture dove i professionisti dovrebbero essere messi nella condizione di esprimere, al massimo, le proprie competenze, al servizio dei cittadini, nell’ambito di Paesi civili che fanno della “buona sanità” lo specchio fedele del proprio percorso di crescita, rischiamo di trovarci di fronte, oltre alla disorganizzazione, ai turni massacranti, alla voragine di personale, anche a veri e propri “teatri del terrore”.
Qui si consumano, incredibilmente, fenomeni come le violenze fisiche e psicologiche e addirittura abusi sessuali ai danni, in particolare, delle operatrici sanitarie.
Qui non siamo più solo di fronte a pugni, calci, spintoni, offese e minacce. Secondo quanto ci racconta una autorevole inchiesta che arriva direttamente da Zurigo, corroborata da uno studio parallelo dell’Università di Tor Vergata, tra le corsie degli ospedali si consumano episodi dalla gravità inimmaginabile, dove, ancora una volta, le vittime sacrificali, sono le nostre donne, le operatrici sanitarie, in primo luogo infermiere e ostetriche, costrette anche a subire vergognose molestie, che stavolta sfociano in violenze vere e proprie, laddove viene violata la dignità umana».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Il report a cui ci riferiamo è lapidario e ripetiamo drammatico nei suoi dati.
Nove infermieri su dieci subiscono molestie sessuali. È quanto emerge dallo studio da uno studio della scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (ZHAW), “Patients’ sexual harassment of nurses and nursing students: A cross-sectional study”.
Il sondaggio è stato condotto in Svizzera su un campione di 250 infermieri, con un età che va dai 18 ai 58 anni. Di questi il il 96% ha dichiarato di aver subito molestie sessuali quotidianamente. Nella maggior parte delle volte il personale infermieristico, sia femminile che maschile, ha dovuto subire commenti inappropriati con allusioni alla sfera sessuale.
Il numero allarmante di casi rende evidente che il problema è endemico: lo affermano i rappresentanti dell’Associazione svizzera infermiere e infermieri ASI. Tuttavia molti non reagiscono. Spesso le molestie vengono minimizzate.
Secondo un’indagine dell’Università di Tor Vergata svolta sugli infermieri tra il 2019 e il 2020, tra i diversi tipi di aggressione subita dagli stessi, i ricercatori, si sono soffermati proprio sulle molestie sessuali. Dal campione intervistato è emerso che il 77,8% ha subito molestie verbali a carattere sessuale ed il 31,4% violenza fisica (esempio palpazione).
Paura, angoscia, ma soprattutto un pericoloso silenzio legato all’incapacità di denunciare quanto accaduto, spesso perpetrato da pazienti o parenti di questi ultimi, ma anche da colleghi di lavoro: il quadro è desolante. E l’allarme assumerebbe contorni ben delineati anche nei nostri ospedali.
Il condizionale è d’obbligo, ma i sondaggi parlano chiaro: ora è il momento di andare fino in fondo anche in Italia.
Già qualche anno fa, nelle nostre campagne stampa, denunciammo apertamente quel triste micromondo del “sommerso”, laddove si nascondono episodi di violenza fisica e psicologica, anche a sfondo sessuale, laddove le nostre infermiere e le nostre ostetriche, su tutti, non avrebbero il coraggio di denunciare quanto subiscono, continua De Palma.
E’ chiaro che quanto accade non è solo legato alla realtà elvetica. Lo conferma l’autorevole inchiesta di Tor Vergata.
A questo punto chiediamo apertamente a tutto il mondo politico, e in particolare alle nostre parlamentari, in quanto donne, indipendentemente dalla bandiera di appartenenza, di promuovere una indagine accurata con il supporto delle autorità competenti. La politica possiede gli strumenti, quando vuole, per fare luce nei buio delle verità nascoste, per far emergere fatti che non possono rimanere celati.
Esistono dati come quelli di Tor Vergata che confermerebbero da tempo il rischio di violenze a sfondo sessuali ai danni degli operatori sanitari. Non possiamo ignorare tutto questo!
Il nostro Ministero degli Interni, che tra gennaio e marzo ha apertamente dato impulso al rafforzamento dei presidi delle forze dell’ordine, ricordi bene che le nostre infermiere, le nostre ostetriche e tutte le altre operatrici sanitarie, rappresentano un patrimonio da tutelare e proteggere. Sono madri, sono mogli, sono sorelle, prima ancora che professioniste esemplari che sanno prendersi cura dei pazienti e dei soggetti fragili, unendo competenze e qualità umane. Bisogna per tanto difenderle senza indugio, proteggerle fino in fondo, individuando strumenti idonei per arginare sul nascere questi aberranti fenomeni», chiosa De Palma.