“In dieci anni, dal 2010 al 2019, ci sono stati tagli alla sanità per circa 37 miliardi di euro. Da sempre, per tutti i governi, sia di destra che di sinistra, la sanità ha funto da bancomat: quando serviva liquidità per soddisfare i capricci degli elettori, il salvadanaio della sanità è sempre stato aperto”. Lo ha dichiarato Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione Gimbe, intervenuto al microfono del Vicedirettore Editoriale Manuela Donghi durante il programma “Next Economy” su Giornale Radio FM.
“Legge di bilancio? Dopo il boom dei finanziamenti durante la pandemia, è ripresa quella graduale e progressiva discesa degli investimenti sulla sanità pubblica, iniziata nel 2010 – ha aggiunto Cartabellotta –. Ogni anno abbiamo avuto dei soldi in più in termini assoluti, ma rispetto a quella che è la produzione di ricchezza del Paese, la linea scende progressivamente. Significa che se per il triennio 2024-2026 viene stimata una crescita media annua del Paese del 3,5%, la spesa sanitaria aumenta solo dell’1,1%. C’è una grande criticità del diritto alla tutela della salute, servono soldi e riforme per rilanciare il finanziamento pubblico della sanità e riportarlo alla media europea”.