CATANIA – Quale futuro per la sanità catanese? Quali programmi per il prossimo quadriennio? L’iniziativa civica al dibattito pubblico sul diritto alla Salute è stata rivolta paritariamente a tutti i candidati alle elezioni a sindaco di Catania.
Nella sede del Comitato Consultivo dell’AOU Policlinico-San Marco, i Comitati Consultivi delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie della città metropolitana di Catania e la Rete Civica della Salute hanno incontrato i candidati che hanno accolto l’invito: Maurizio Caserta, Gabriele Savoca, Enrico Trantino, Lanfranco Zappalà, per aprire un dibattito costruttivo e condividere le istanze portate avanti in questi anni dai cittadini. «Sul tappeto le prospettive auspicate per un miglioramento della tutela della Salute – si legge nel documento consegnato ai presenti – in necessaria visione olistica One Health con i mondi umano, animale e vegetale tra loro interdipendenti, per cui l’Amministrazione Comunale ha un ruolo comprimario nelle politiche socio-sanitarie per lo Sviluppo Urbano sostenibile».
Il confronto ha visto gli interventi di Pieremilio Vasta, Angelo Murgo, Marcella Renis e Anna Maria Giammona, presidenti e rappresentanti rispettivamente dei Comitati Consultivi Aziendali etnei, e Salvatore Gullotta coordinatore provinciale della Rete Civica della Salute. È stata rappresentata ai candidati la realtà dell’assistenza sanitaria e della tutela della Salute dal punto di vista degli utenti, che la vivono quotidianamente in prima persona. Sono state avanzate alcune proposte di miglioramento che passano dal necessario riequilibrio tra territorio e ospedale. Cioè la nuova medicina promessa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per portare i servizi assistenziali, sanitari e sociali presso gli utenti/pazienti, prendendoli in cura e accompagnandoli attraverso “reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza territoriale”. L’esperienza sul campo porta alla convinzione che non basta solo costruire nuove strutture fisiche, ma serve prioritariamente la riorganizzazione dei servizi, riempiendo di contenuto Centrali Operative Territoriali, Case e Ospedali di Comunità; ADI (Assistenza domiciliare integrata), telemedicina e cure palliative, attraverso la preparazione e formazione degli operatori, per orientarli a questo cambiamento.
La delega alla salute in carico ai vertici dell’Amministrazione comunale rappresenta una responsabilità centrale per il presente e il futuro di Catania, ecco perché i rappresentanti dei cittadini-utenti hanno voluto approfondire con i candidati i temi dell’assistenza di prossimità – prevista dalla Misura 6 Salute – che potrebbe contribuire, con risorse umane appositamente formate, ad offrire servizi certi, più efficienti e immediati, nei luoghi più vicini ai pazienti, tali da smaltire gli eccessivi accessi ai Pronto Soccorso e i ricoveri ospedalieri. Si è puntata l’attenzione sulla rifunzionalizzazione operativa di tutte le risorse sanitarie umane esistenti, sui traguardi qualitativi e quantitativi da raggiungere, sul patto di sussidiarietà, inclusivo e convergente, tra istituzioni, economia e società civile. Le discontinuità territoriali, le liste d’attesa e le urgenze pesano sul lavoro degli operatori sanitari, abbassano la qualità dei servizi e la soddisfazione dei bisogni di salute. L’intento delle proposte operative presentate ai candidati prende atto dell’accordo siglato da Anci, Conferenza dei Comitati Consultivi e RCS per la realizzazione di un sistema sanitario partecipato e inclusivo che rimetta al centro la “salute come bene comune”, con politiche urbane che intervengano sulle inefficienze locali. È stato proposto di creare un tavolo di coordinamento delle politiche sulle azioni “ambiente, clima e salute” per una collaborazione tra la Rete Civica della Salute e gli assessorati municipali, al fine di pianificare al meglio le strategie da attuare in linea con gli standard stabiliti dalle misure 5 e 6 del PNRR, dal Piano Regionale di Prevenzione e dall’Agenda 2030. Emerge la necessità di risultati tangibili, di aumentare l’alfabetizzazione e di migliorare l’accessibilità ai servizi sanitari. Altri temi trattati sono stati il rafforzamento del Punto Unico di Accesso, il potenziamento della comunicazione sulle politiche sociali, sanitarie, ambientali e culturali, e la creazione di condizioni favorevoli per una più solida interconnessione tra enti locali e istituzioni territoriali sanitarie.