La Regione Lombardia è alle prese con una carenza di infermieri, ben 9mila, che va risolta nel minor tempo possibile. Di fronte a questo problema generalizzato, ci sono aziende sanitarie, come l’ASST Lariana, che ha preso coscienza del grave deficit, e che sta cercando di percorrere tutte le strade possibili per sanare una piaga causata indiscutibilmente dalla sempre costante fuga in Svizzera dei professionisti lombardi, senza dimenticare i disagi legati al caro affitti, con un alloggio che nell’area di Como può arrivare a superare anche i 1000 euro mensili. Soprattutto è questa la ragione che spinge molti professionisti a disertare i concorsi.
Ciò posto, lo sforzo di provare a cambiare le cose per il territorio di Como, seppure non risolutivo a causa della scarsa affluenza di professionisti, va evidenziato: siamo di fronte al terzo bando negli ultimi mesi.
Il primo, a ottobre 2023, bandito per 130 posti, ha visto 109 assunti.
Il secondo a gennaio 2024, bandito per 100 posti, ha visto 90 assunti.
Certo, le assunzioni sono sempre inferiori rispetto ai posti disponibili, e quindi non risolve il problema della carenza di personale, ma aiuta molto.
Ci riferiscono che l’obiettivo è oggi quello di superare il numero di 300 infermieri assunti negli ultimi sei mesi.
Ed è per questo che l’Asst Lariana ha bandito un nuovo concorso per 100 posti, unendo le forze con tutti gli enti sanitari dell’area dell’Ats Insubria, quindi l’Asst Sette Laghi e l’Asst Valle Olona.
Va detto che oltre a queste procedure, la stessa ASL sta tentando ancora altre strade. Ci sono bandi d’assunzione per infermieri a tempo determinato, altri mirati a infermieri specializzati, ad esempio gli infermieri pediatrici. E ancora altre ricerche d’assunzione sono in libera professione.
Insomma, lo sforzo profuso dalla ASL Lariana merita una doverosa attenzione.
Certo tutto questo non risolve a breve termine il problema della scarsa adesione degli infermieri ai bandi e della carenza generalizzata, che dipende da stipendi troppo bassi e contratti poco valorizzanti, ma potrebbe rappresentare lo strumento potenzialmente idoneo ad avere sul campo, tempo per tempo, “il maggior numero possibile di professionisti operativi”, che potrebbero aiutare a consentire, soprattutto in periodi delicati come quello estivo, il rispetto della programmazione delle ferie per i professionisti interessati, oltre a non ridurre i posti letto nelle Unità Operative.