Arriva alla nostra attenzione, in queste ore come sempre cruciali legate all’emergenza sanitaria, la notizia che sono quasi 3mila le domande pervenute, alla scadenza del 5 dicembre scorso, per il bando della Regione Piemonte finalizzato a reclutare personale infermieristico per le aziende sanitarie locali. Un dato significativo, che non va sottovalutato, e che evidenzia un primo sagace risultato in favore della sanità regionale guidata dall’assessore Icardi. Parliamo tuttavia solo di un primo risultato, se non si comprende fino in fondo che una oculata politica di assunzioni deve essere caratterizzata da contratti a tempo indeterminato, dal momento che il bisogno di assistenza infermieristica dei nostri servizi sanitari regionali è in forte ascesa.
La buona risposta al bando del Piemonte attesta, finalmente con l’evidenza dei fatti, quello che il nostro sindacato ha sempre sostenuto: gli infermieri sul mercato del lavoro sono sì pochi ma ci sono, e normalmente scelgono di operare in strutture private disposte a stipulare contratti a tempo indeterminato e a retribuirli per la professionalità che esprimono. E poi, purtroppo, ci sono quei colleghi che vanno via dall’Italia, verso i paesi disposti a pagarli con stipendi che da noi sono pura utopia. Insomma, l’inserimento degli infermieri nella bisognosa realtà della sanità pubblica va incentivato in due modi prioritari: offrendo loro contratti che siano contemporaneamente, vantaggiosi sotto il profilo economico ed a tempo indeterminato per quanto attiene alla durata , tutti elementi chiave per valorizzare al meglio gli sforzi del loro percorso di studi e per sostenere a pieno la “delicata professione ” che si preparano a svolgere.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, rilancia i risultati portati a casa dalla Regione Piemonte, che subito dopo alcune aziende dell’Emilia Romagna, ha scelto di muovere i suoi primi passi sulla strada della coerenza, e dove vengono proposti contratti che non sono solo di pochi mesi, ma bensì di tre anni. Certo tre anni non sono ancora il tempo indeterminato che invece serve, ma sono meglio dei contratti trimestrali e a partita IVA promossi da altre regioni.
Questo Governo e le aziende sanitarie non possono pretendere di gestire l’emorragia di infermieri proponendo assunzioni a tre o sei mesi, quando la maggior parte dei paesi europei riserva al personale infermieristico inquadramenti a tempo indeterminato e compensi che sono il doppio di quelli che vengono offerti dal nostro SSN.
Per tanto, come sindacato, continua De Palma, non possiamo che plaudere ai primi passi verso la coerenza, che sta muovendo la regione Piemonte, nella speranza che questo sia solo l’inizio, e che anche le altre Regioni ne colgano l’esempio. Solo così si esce dalla grave carenza di personale, solo così si offre un servizio sanitario di qualità al cittadino e si affrontano e si vincono le emergenze che cambiano la nostra storia Il coraggio di investire nelle qualità umane e professionali degli infermieri rappresenta oggi l’unica strada percorribile per uscire dal tunnel, conclude De Palma.