È ignobile che gli “eroi” di oggi, gli stessi medici e operatori sanitari che da oltre un mese sono in prima linea per salvare le vite di purtroppo troppi italiani che hanno contratto il Coronavirus, prima elogiati sperticatamente, omaggiati con quintalate di “grazie” indiscriminati, debbano adesso essere i polli da spennare per opera di studi legali che hanno messo in piedi un vero e proprio business.
Da anni è già partita, e continua a tutt’oggi, come il caso di Padova dove è stato aperto il primo fascicolo in Veneto nei confronti di un medico per omicidio colposo per il decesso di una paziente colpita da Covid-19, l’italica caccia alla grana capeggiata da famelici avvocati che offrono assistenza, anche gratuita, alle famiglie che hanno tristemente perso un proprio congiunto.
È di questi giorni, anche, la lettera dell’ordine degli Avvocati di Napoli che stigmatizza, denunciandole, offerte di servizi legali, di consulenza e assistenza in prospettiva di eventuali esercizi risarcitori per supposti casi di malasanità legati alla pandemia. Ci troviamo di fronte ad un atteggiamento di inqualificabile sciacallaggio che danneggia la sana categoria forense e inganna gli italiani in un momento di profonda sofferenza come se il risarcimento in Euro, anche postumo, potesse lenire il dolore.
Questi studi legali profittatori e speculatori somigliano agli usurai di Luciferina memoria. Perseguirli nella speranza di metterli all’angolo, come ha fatto l’ordine degli avvocati di Napoli è il minimo. Nell’attesa che tutti i Consigli Provinciali degli Ordini Forensi, a tutela degli stessi Avvocati e del loro sano e corretto operare, mettano in atto provvedimenti identici all’ordine di Napoli, da subito vogliamo adoperarci a che vengano cancellate definitivamente tutte le norme di legge che hanno paralizzato gli operatori della salute, che hanno ingolfato i tribunali con assurdi procedimenti, che hanno illuso tanti malcapitati pazienti, che hanno realizzato vere e proprie predazioni nei confronti degli ospedali italiani impoverendoli oltre misura, e cosa di tutte la più grave, avere stimolato a ingenerare un malefico rapporto di sfiducia e di sospetto nei confronti dei medici e degli operatori sanitari che per vocazione e non certo per i soldi, si sono messi al servizio dell’ammalato. Urge ritornare alla civiltà dell’amore: serve con urgenza la modifica della legge Gelli e una norma specifica che tuteli senza se e senza ma medici, infermieri, strutture sanitarie, ora in emergenza sanitaria e per sempre.
Così il vice presidente della Lega alla Camera, Alessandro Pagano.