I Piani del fabbisogno di personale delle aziende sanitarie, ospedaliere e IRCCS della Regione Sicilia, approvati di recente per consentirne l’adeguamento alle disposizioni legislative in tema di procedure di stabilizzazione, evidenziano ancora drammatiche carenze nelle dotazioni organiche soprattutto nelle aree dell’emergenza e dei servizi.
La fisiologica gobba pensionistica con la fuoriuscita dal lavoro di coloro che hanno raggiunto i requisiti previsti dalla Legge Fornero, unita alla patologica voglia di dimissioni da un servizio sanitario sempre meno garante di rispetto per la professionalità degli operatori sanitari e di uguaglianza di accesso alle cure, contribuirà, a partire dai prossimi mesi, a rendere estremamente problematica la esigibilità delle prestazioni sanitarie previste dai LEA.
Mancato rispetto dell’orario di lavoro e del riposo obbligatorio, ridotti livelli di sicurezza sul posto di lavoro (è eloquente il quotidiano “bollettino di guerra” di aggressioni, assalti e violenze indiscriminate e vigliacche nei confronti di tutti gli operatori sanitari), professionalità mortificate da scelte anomale delle direzioni aziendali tendenti a favorire i “soliti noti”, tutto contribuisce ad una fuga dal servizio sanitario pubblico, ormai di difficile controllo.
In molte Aziende sono sguarniti al di là di ogni aspettativa, reparti come i Pronto Soccorso e le Rianimazioni ed anche le sale operatorie mostrano difficoltà a poter garantire l’attività. Macchie di leopardo di un sistema in evidente crisi.
Le stabilizzazioni stanno sanando – ma solo in parte – il dramma di intere carriere “sospese” e “precarie” per anni, ma non aggiungono nuovo personale che rappresenta di per sé, il problema restante.
Occorre adesso procedere ad un piano organico di assunzioni che sia tempestivo, completo e soprattutto equo, partendo dalle emergenze già segnalate dalle direzioni aziendali.
“Entro 12 mesi – afferma Pietro Pata, segr. Anaao Assomed Sicilia – ci attendiamo che le carenze evidenziate nei Piani del Personale siano colmate da un programma di reclutamenti mirati a garantire un livello migliore di erogazione dei LEA e a rendere meno problematica e pericolosa la vita nelle corsie degli ospedali e nelle strutture distrettuali”.
La posizione di Pata è ferma: “E’ ora che la sanità siciliana esca dall’emergenza utilizzando le risorse economiche e professionali in modo efficiente, efficace e oggettivamente misurabile in termini di qualità. La rielaborazione dei tetti di spesa per il personale, fermi al 2011 (D.A. 2322) e pari a 2.635 milioni di euro, rideterminati nel 2015 (allegato B del D.A.1380), può rappresentare la piattaforma per una nuova contrattazione delle risorse da destinare alle nuove assunzioni”.