“E’ successo che tra le 16 e le 17 di ieri su Udine abbiamo avuto una punta di 87 persone contemporaneamente in carico, tra accesso e attesa al Pronto soccorso. E altri 70 accessi sugli altri presidi dell’Asufc (Tolmezzo, Latisana, Palmanova, San Daniele del Friuli)”.
Insomma un picco orario straordinario, in una giornata che ha visto a Udine complessivamente 125 accessi al Pronto soccorso, di cui 35 Covid e 90 non-Covid, continua Braganti. “Siamo nella situazione in cui, rispetto alla prima ondata, abbiamo più che triplicato la disponibilità di posti letto, ma non è sufficiente. Non è che mancano i posti letto- precisa Braganti-, manca il personale. Da una parte ci sono quelli contagiati, che nei quattro mesi della prima ondata erano 67, e ora altrettanti si contagiano in circa 10 giorni”. Il numero dei contagi piu’ elevato, precisa, è dovuto al più elevato livello di contagio in tutta la popolazione, “che prima era a casa e ora è tutta in movimento”.
E ogni occasione è buona per rinnovare l’appello- sottolinea il direttore- di poter assumere, se ci sono infermieri in pensione o professionisti: io contrattualizzo tutto quello che è possibile. Mi sono insediato a gennaio, e da marzo sto cercando infermieri, Oss e medici”. Stanno già entrando al lavoro, continua il capo dell’Asufc, 65 infermieri che si sono laureati la settimana scorsa.
“Altre fonti sono finite- rileva Braganti-, e rischiamo che almeno 10 infermieri che hanno fatto richiesta, mi vengano via dalle residenze per anziani. Così rischiamo di coprire il nostro servizio a scapito della residenza e poi, se l’anziano si sente male, ce lo ritroviamo in ospedale. Quindi l’infermiere che assumo lo devo comunque rimandare nelle residenze per anziani perché faccia assistenza lì”.
Soprattutto dopo l’estate, rileva Braganti, la popolazione non ha più la sensazione di pericolo anche se la situazione è più grave. “Ora più di prima c’è bisogno del comportamento virtuoso della prima ondata- rimarca-: mascherina, distanziamento, lavaggio mani. E se c’è un problema di salute, prima va contattato il proprio medico di Medicina generale che eventualmente attiverà una delle 60 unità speciali di continuita’ assistenziale (Usca) sul territorio dell’Asufc”. Al Pronto soccorso si va solo per emergenze o gravi problemi respiratori, conclude Braganti.