Sanzione di oltre 26 milioni che il Garante della privacy ha inflitto ad Enel Energia per aver trattato in modo illecito i dati personali degli utenti a fini di telemarketing (1). Non è un fulmine a ciel sereno, nonostante l’importo della sanzione, che può sembrare spettacolare per i cosiddetti comuni mortali. Per Enel è meno di un bruscolino nell’occhio.
Facilmente recuperabile con tutti gli utili che derivano da questo marketing illecito, sicuramente una spesa inferiore rispetto a quanto avrebbe dovuto investire in metodi legali per avere altrettanti risultati. E senza considerare non solo quello che gli è derivato dai consensi di coloro che hanno aderito alle loro offerte, ma anche coloro che non hanno aderito e si ritrovano comunque con un contratto Enel o con un nuovo profilo tariffario senza averlo richiesto.
Questa è la fotografia del maggiore operatore energetico, ma dietro di esso ci sono in buon ordine tutti gli operatori del settore.
Ora scattano i ricorsi di Enel e, ammesso che alla fine qualcosa paghi, qualcuno crede che questo gestore, e tutti gli altri, cambierà sistema? Si metterà in riga e, per esempio, prima di usare un telefono o una mail di qualcuno che non ha dato il consenso al trattamento dei propri dati a fini di marketing, ci penserà due volte? Suvvia. Questo business esiste solo perché altrimenti non esisterebbe il mercato italiano: quello che ci hanno fatto credere essere foriero di qualità ed economicità. Sì, qualcosa è cambiato da quanto abbiamo il mercato libero pur se ancora in parallelo a quello “a maggior tutela” (2), ma è talmente travolto da comportamenti come quello oggi sanzionato, che per l’utente si tratta solo di chimere e buone intenzioni.
Si dice che quando entrerà in vigore il Regolamento Applicativo che disciplinerà il nuovo Registro delle Opposizioni da poco approvato, gli utenti saranno meglio protetti dal telemarketing selvaggio. Si dice. Perché il Registro delle Opposizioni c’era anche prima che lo “migliorassero”, e veniva sistematicamente eluso e violato da tutti gli operatori di telemarketing. Certo, le norme di oggi saranno più stringenti, ma soggetti come Enel e dintorni non ci metteranno molto ad adeguare i loro sistemi alle nuove normative sì da eluderle.
Esiste solo un metodo per impedire che queste aziende continuino a disturbarci e rubarci soldi: multe che non siamo di 26 milioni ma di 26 miliardi, e senza sconti.
Intanto, per tutti gli utenti, anche se talvolta i costi possono sembrare maggiori, è più che opportuno restare o passare al mercato a maggior tutela. Passaggio che tutti gli operatori ostacolano con le motivazioni più incredibili e fantasiose, ma chè è diritto di ognuno scegliere rispetto alla giungla del mercato cosiddetto libero, financo ricorrendo all’Autorità dell’energia (Arera) per veder rispettato questo diritto.
ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori
1 – https://www.aduc.it/notizia/enel+energia+multa+privacy+26+milioni_138496.php
2 – per ora fino alla fine del 2023