Apre a Catania un nuovo servizio di orientamento sui diritti dei minori stranieri non accompagnati, realizzato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, in collaborazione con il Tribunale per i minorenni e la Procura presso il Tribunale per i minorenni.
Il nuovo progetto è stato presentato oggi presso il centro diurno CivicoZero, di via Gorizia, 32 alla presenza, tra gli altri, di Maria Francesca Pricoco, Presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, Caterina Ajello, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Catania e Maurizio Magnano di San Lio, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catania. Un’occasione per condividere gli interventi a supporto dei minori che arrivano senza adulti di riferimento in un’ottica di confronto con le istituzioni e le organizzazioni del territorio.
Il servizio informativo, che sarà aperto un pomeriggio a settimana all’interno del Tribunale per i Minorenni, si rivolge in particolare alle figure adulte di riferimento dei minori non accompagnati, tra le quali tutori provvisori, operatori di comunità e tutori volontari, previsti dalla legge 47/2017 (Legge Zampa) per dare ai bambini e agli adolescenti che giungono in Italia senza genitori un punto di riferimento che li orienti nelle scelte e li accompagni nel percorso di integrazione. Sono oltre 4000 le persone che in tutta Italia hanno presentato domanda per diventare tutori volontari[1].
Il servizio di Save the Children, interno al Tribunale, intende promuovere l’inclusione dei minori non accompagnati e la piena attuazione della Legge Zampa, fungendo da punto di riferimento ed espressione del lavoro in rete tra i diversi soggetti coinvolti a vario titolo nell’accoglienza e protezione dei minori soli e fornirà informazioni essenziali sui diritti, sulle procedure legali e orientamento sociale ai servizi del territorio. E’ il primo progetto di questo tipo che Save the Children avvia in Italia. Lo fa in Sicilia, perché è la regione che accoglie quasi la metà dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese alla fine del 2017 (7.988 pari al 43,6% del totale)[2] e nello specifico a Catania, perché l’anno scorso è stato il primo porto di sbarco per i bambini e adolescenti soli (2.246), più di un quarto del totale di minori non accompagnati arrivati via mare in Sicilia (9.958) e il 14% di quelli arrivati In Italia nel 2017 (15.779)[3]. La città è anche uno dei principali snodi per i bambini e gli adolescenti soli arrivati negli altri porti della Sicilia orientale, che cercano di raggiungere autonomamente diverse destinazioni in Italia o in Europa, attraverso la frontiera nord. Come nel caso degli egiziani, diretti verso Roma o Milano alla ricerca di un lavoro, o dei molti minori eritrei o somali, che si allontanano per cercare di ricongiungersi ai propri familiari in altri paesi europei, esponendosi così di nuovo al rischio di abusi e sfruttamento.
Save the Children è presente sull’Isola con altri progetti dedicati ai minori stranieri non accompagnati. Opera da 10 anni nelle principali aree di sbarco dei migranti in arrivo via mare in frontiera sud, anche nell’ambito di progetti coordinati dal Ministero dell’Interno italiano e finanziati dal Ministero stesso e dall’Unione Europea. Le attività svolte dai team mobili dell’Organizzazione che, a seconda dei diversi interventi, comprendono operatori legali, mediatori culturali, educatori e psicologi, offrono supporto e informazione per le mamme e i bambini e in particolare per gli adolescenti che arrivano soli. A gennaio di quest’anno, inoltre, è stato inaugurato a Catania il centro diurno CivicoZero, il quarto aperto da Save the Children in Italia, volto a fornire supporto, orientamento e protezione ai minori migranti non accompagnati, che si trovano in situazioni di marginalità sociale, a rischio di devianza, sfruttamento e abuso per migliorare le loro condizioni di vita, offrendo tutela e promozione dei loro diritti e rafforzando i processi d’integrazione e inclusione nel tessuto sociale di riferimento. L’Organizzazione è, inoltre, presente con i suoi tre Punti Luce a Palermo e a Catania per il contrasto alla povertà educativa.