“A tutti i bambini deve essere garantito senza differenziazioni e discriminazioni il servizio della mensa scolastica con standard alimentari di qualità. Si colga l’occasione della proposta inserita nella Legge di Bilancio di estendere il tempo pieno fino a generalizzarlo, per porre finalmente mano al tema e assicurare il servizio almeno a tutti i bambini delle scuole primarie”.
Lo afferma Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro.
Oggi due fatti importanti hanno messo in evidenza le criticità che ancora oggi un servizio fondamentale come la mensa scolastica vive nel nostro Paese. Il Tribunale di Milano ha segnato un passo di civiltà con l’obbligo imposto al Comune di Lodi di riformare il regolamento che impediva di fatto l’accesso alle agevolazioni al servizio per le famiglie di origine straniera, ponendo in essere un grave discirminazione. Al tempo stesso i risultati di un’indagine condotta dai Nas hanno rilevato le gravi carenze di qualità nell’offerta alimentare di molti istituti. Save the Children si batte da anni affinchè il diritto alla mensa scolastica di qualità sia garantito a tutti i bambini e le bambine.
Nel 2017, solo il 51% degli alunni della scuola primaria in Italia ha avuto accesso ad una mensa, con disparità enormi nei sistemi di refezione scolastica e una distanza sempre maggiore tra Nord e Sud, dove si registra il numero più alto di alunni che non usufruiscono della refezione scolastica (81% in Sicilia, 80% in Molise, 74% in Puglia), come risulta dall’ultimo rapporto di Save the Children “(Non) Tutti a Mensa!”.
“La mensa svolge una funzione educativa ed è uno strumento efficace per combattere la dispersione scolatica – continua Milano – Nel nostro Paese ci sono un milione e 200mila bambini e adolescenti in condizioni di “povertà assoluta”, un’offerta alimentare di qualità in uno spazio adeguato permette di assicurare, almeno una volta al giorno, un pasto nutriente e bilanciato”.
“Accesso alle mense, qualità dell’offerta alimentare, costi per le famiglie, a parità di condizioni economiche, sono differenziati da un Comune all’altro, e dimostrano come sia diffusa la diseguaglianza e il mancato accesso ai diritti nel nostro Paese. L’obiettivo è quello di intraprendere un percorso che porti a considerare il servizio di mensa scolastica non come un’offerta accessoria a domanda individuale ma come un servizio pubblico essenziale” conclude Raffaela Milano.