SCUOLA, 1° Maggio 2020: una data da ricordare

Per più di un milione di lavoratori che sono stati licenziati, alcuni in cassa integrazione, a causa del blocco delle attività imposto dal COVID-19; per 40 mila maestre che saranno licenziate il 30 giugno dopo esser state per un triennio al servizio dello Stato, anche durante la pandemia, impegnate nella didattica a distanza; per 8,5 milioni di studenti che hanno riscoperto come andare a scuola rappresenti un diritto, il diritto alla libertà, al poter diventare cittadini;

 

per 200 mila precari della scuola italiana che vorrebbero riconosciuto il merito di aver militato quali servitori silenti dello Stato e che ora si devono giocare tutto con un quiz in 80 minuti piuttosto che ottenere l’agognato ruolo; per i 40 mila edifici scolastici chiusi da due mesi e per 1,3 milioni di personale docente, amministrativo, educativo e dirigente scolastico, che si è messo in gioco nel difficile lavoro della didattica a distanza e del lavoro agile, sempre accanto agli studenti e alle loro famiglie, senza orario ma con tanta passione

La dedica potrebbe continuare perché la lista è lunga e dovrebbe partire pure da quei 10 mila medici, infermieri che sono stati contagiati per garantire un altro diritto sacro, quello alla salute.

Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, afferma che “questo 1° maggio ci deve fare riflettere più di tutti gli altri anni e ci deve spronare ad apprezzare e a tutelare ancora di più, in futuro, quei diritti che ci sembravano scontati e che ora ricerchiamo tanto: il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione, il diritto alla salute e il diritto alla famiglia; senza questi anche il diritto alla libertà personale perde colore”.

Come Anief abbiamo nel settore dell’istruzione e ricerca sperimentato ancor di più la consulenza sindacale a distanza, la formazione dei collaboratori, volontari, dipendenti, a distanza, ma sempre col cuore vicino ai tanti lavoratori che ci hanno chiesto aiuto, anche una parola di conforto. La sospensione delle lezioni non ci ha impedito di ascoltare da ogni casa tutti i lavoratori della scuola, dell’università, delle accademie e dei conservatori, degli enti di ricerca che hanno chiesto ascolto e abbiamo ricercato continue relazioni con chi ci governa, con chi gestisce la nostra amministrazione scolastica e con il parlamento.

“Oggi siamo più forti perché più uniti grazie a Voi, grazie a quegli italiani che non si sono arresi, a quei 25 mila italiani che non sono più con noi ma ci hanno segnato la vita col ricordo della loro testimonianza. Oggi restiamo a casa per costruire un Paese domani più grande, democratico che riscopre i principi fondanti della nostra Costituzione. Ricostruire una società europea più giusta, equa, solidale sarà il nostro dovere morale. Insieme, non siamo soli”, ha concluso il leader dell’Anief.