“Su un eventuale fermo delle attività in presenza negli istituti scolastici è necessario organizzare una cabina di regia unica nazionale; deve essere l’esecutivo a decidere, dobbiamo evitare che regni l’incertezza”: lo ha detto presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, nel corso di un’intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola TV. Il sindacalista ha anche affrontato gli altri temi del momento: dal concorso straordinario all’emergenza supplenti, fino allo spettro della didattica a distanza già autorizzata in alcuni territori per le scuole superiori in alternanza a quella in aula.
A poco più di un mese di distanza dal ritorno a scuola di oltre otto milioni di alunni, crescono i timori per i pericoli del contagio: la didattica a distanza, già varata in modo alternato a quella in presenza dalla regione Lombardia, e la possibile chiusura degli istituti, fatto accaduto in Campania per due settimane, sono del resto già realtà affermate. Secondo il professor Pacifico “se da una parta la scuola deve portare avanti la didattica in presenza, dall’altra è anche vero che in tempo di emergenza Covid bisogna attivare le strategie per preservare la salute di tutti, studenti e lavoratori. Su questo punto ad agosto era stato firmato un protocollo, con previsione anche di risorse, alcune delle quali non ancora arrivate”.
Rispetto alla scuola, ha comunque ricordato il sindacalista, “risultano molto più pericolosi i mezzi pubblici utilizzati per raggiungere le aule”. Pacifico si è detto quindi contrario alle decisioni di alcuni governatori regionali, a partire dall’ordinanza firmata dal governatore Vincenzo De Luca, di chiudere le scuole in seguito alla risalita dei contagi: “se c’è un rischio focolaio è giusto che si prendano delle precauzioni per contenerlo. Bisogna lasciare però questa scelta e responsabilità al Governo. Si è parlato anche di far andare a scuola i docenti per avviare da lì la didattica a distanza”. Anche in questo caso “è un discorso che non si può improvvisare: ci vuole una cabina di regia nazionale”. Il sindacalista su questo punto è fermo: “Se le scuole dovessero chiudere in tutta Europa, come è successo a marzo scorso, sarà il Governo a deciderlo. E se rimangono aperte”, lo si dovrà fare “certamente in sicurezza. Dobbiamo evitare che regni l’incertezza”.