Sui posti da assegnare alle immissioni in ruolo del personale docente si sta realizzando la previsione dell’Anief: la maggior parte, probabilmente in media due su tre, non si effettuerà e quindi si incrementerà il numero di contratti a termine di ben 30 mila unità. Andando a realizzare esattamente l’opposto di quello che chiede la Commissione Europea. Poi ci sono i 12 mila posti non andati ai ruoli, i 5 mila tagliati dal Mef, almeno 30 mila di sostegno in deroga e quasi 20 mila derivanti da Quota 100. La prima provincia a confermare l’impossibilità di assumere a tempo indeterminato è quella di Torino dove sono appena iniziate le procedure di immissione in ruolo dei nuovi docenti: più della metà delle 4.650 previste non verrà attuata. Anche in Lombardia non si scherza.
L’estate del 2019 potrebbe passare alla storia come la più caotica per la scuola e per l’inizio dell’anno scolastico contrassegnato dalla mancata assegnazione delle cattedre. I primi dati che giungono dai territori confermano questa tendenza. Secondo quanto riporta Orizzonte Scuola, a Torino “su un contingente disponibile di 4.650 posti, più della metà resterà a supplenza”.
IL CASO DELLA LOMBARDIA
Il problema, secondo Il Corriere della Sera, si registra anche in Lombardia, dove mancano professori di matematica e italiano per le medie e matematica e fisica per le superiori in particolare, ma ci sono emergenze anche in altre classi di concorso, come ingegneri di meccanica, elettronica, elettrotecnica, informatica, professori; ci sono anche graduatorie che non scorrono per mancanza di cattedre, come diritto e filosofia. In tutta le regioni serviranno 40 mila supplenti, di cui 15 mila soltanto a Milano. L’anno scorso le scuole della Lombardia avevano chiamato 37 mila supplenti, quest’anno ce ne vorranno almeno tremila in più. Le domande di pensionamento sono salite a 2.300, 1.200 quelle presentate con i requisiti Fornero, le altre sono Quota 100. Si occuperanno 13.000 posti di sostegno con personale non specializzato, i primi docenti specializzati arriveranno nel 2020 e saranno comunque pochi.
LE SOLUZIONI
Secondo la stampa specializzata, la “causa della mancanza di graduatorie da cui attingere è da riscontrare nella mancanza di procedure regolari per il ruolo”. In questo modo i territori in cui le graduatorie sono vuote si trovano ad aspettare quelle regioni in cui invece le liste sono ancora lunghe. Al Ministero è allo studio un meccanismo di mobilità volontaria nazionale per i docenti inseriti nelle graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018 che potrebbe permettere l’incontro tra domanda e offerta. Vediamo le indicazioni che in tal senso proverranno dal Parlamento, anche se in questo momento regna l’incertezza e lo stesso decreto scuola incentrato sui precari rischia di non essere approvato.
LE 5.000 ASSUNZIONI TAGLIATE LA PUNTA DELL’ICEBERG
Quella del 5.000 posti sottratti dal Mef al contingente complessivo richiesto dal Ministero dell’Istruzione, ossia 53.627 su 58.627, è quindi solo la punta dell’iceberg. Prima di tutto perché a quella cifra, ricorda la rivista specializzata, “bisogna aggiungere anche le cattedre vacanti che il Miur non aveva richiesto e che erano liberi dopo la mobilità, portando i posti che potevano essere ricoperti a 12 mila”. In secondo luogo, perché per come sono strutturate le graduatorie del personale precario e vincitore dei concorsi vari, non si riesce a coprire il fabbisogno di cattedre vacanti e disponibili: considerando che alle 17 mila cattedre libere sottratte ai ruoli ne vanno aggiunte almeno altre 30 mila di sostegno in deroga e quasi 20 mila liberate da Quota 100 ma sinora non conteggiate, si parte con un “fardello” non indifferente di oltre 65 mila posti vacanti e disponibili da assegnare.
LE MANCATE ASSUNZIONI
Poi, ci sono le cattedre che non andranno alle immissioni in ruolo, per via dell’ostinata chiusura delle GaE, la limitata portata territoriale delle graduatorie di merito e la presenza di decine e decine di migliaia di cattedre senza titolare, ma che continuano a stare in organico di fatto: secondo le previsioni di Anief, stiamo parlando di almeno altri 30 mila posti: quelli, per intenderci, che avanzeranno dalle 53.627 cattedre autorizzate per le assunzioni. Quindi, in totale, ai primi di settembre Anief calcola che saranno 100 mila le cattedre che, per un motivo o per l’altro, dovevano essere destinate alla stabilizzazione di nuovi insegnanti e che invece andranno ad aggiungersi alle altre supplenze annuali. Andando così a comporre il record di quasi 200 mila contratti di lunga durata a tempo determinato. In barba alle rimostranze della Commissione dell’Unione Europea proprio sull’abuso di precariato e che ora fanno seriamente rischiare all’Italia una multa salata per via delle recidività e il non avere fatto nulla per cambiare registro, andando ad immettere in ruolo tutti i precari con più di 36 mesi di servizio svolto.