La Compagnia della Guardia di Finanza di Fano e la Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Rimini, in esecuzione di un provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Pesaro su proposta della locale Procura, hanno sottoposto a sequestro un aeromobile del valore di circa 1,2 milioni di euro, immatricolato nella Repubblica di San Marino e introdotto in Italia senza versare l’IVA dovuta per circa 238.000 euro.
L’operazione, denominata “Tango Sette”, trae origine da un controllo fiscale eseguito dalla Compagnia di Fano, su input della Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Rimini, nei confronti di un’Associazione Sportiva Dilettantistica di paracadutismo sportivo operante presso l’Aeroporto “E. Omiccioli” di Fano. Dall’attività ispettiva è emerso che l’associazione, dal 2011 a oggi, ha impiegato per la pratica della predetta attività sportiva un velivolo bimotore tipo PILATUS PC6 S/N 969 Marche T7-TBZ, immatricolato nella Repubblica di San Marino, utilizzandolo in via esclusiva, permanente e continuativa nel territorio nazionale.
L’attività investigativa ha permesso di accertare che il predetto velivolo è stato utilizzato dall’associazione sportiva fanese in forza di un contratto di noleggio stipulato dapprima con una società sammarinese e, dal 2012, con una società maltese domiciliata, peraltro, presso un Istituto di Credito della Repubblica del Titano.
Attraverso tale procedura, l’associazione sportiva, formalmente no profit, non solo ha “risparmiato” indebitamente il 20 per cento dell’I.V.A. sul valore dell’aeromobile importato, ma, di fatto, ha occultato al Fisco il possesso di un bene che, oltre ad essere considerato indice di capacità contributiva, è stato utilizzato per lo svolgimento della lucrativa attività di paracadutismo.
Alla luce di tali evidenze, le Fiamme Gialle hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Pesaro un cittadino italiano, in qualità di Presidente dell’Associazione, per violazione dell’art. 70 del d.p.r. 633/1972 e degli artt. 292 e 295 del Codice Doganale e dell’art. 5 del D.lgs. 74/2000, richiedendo il sequestro del velivolo.
L’operazione si inserisce nella più ampia cornice dell’azione di contrasto della Guardia di Finanza alla concorrenza sleale nonché all’illegalità economica e finanziaria, a tutela dell’Erario e delle imprese sane operanti sul territorio.