Il Tar del Lazio (Sezione terza quater, presidente Floriana Rizzetto) ha accolto il ricorso per la sospensiva del provvedimento dell’Asl Roma 1, notificato lunedì scorso, che dispone l’abbattimento dei maiali e dei cinghiali ospitati nella struttura di via Arcore a Roma, in tutto circa 140 animali.
Il ricorso è stato immediatamente presentato dai titolari della Sfattoria degli ultimi. Nel giudizio sono intervenute ad adiuvandum le associazioni Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa e Tda rappresentate dall’avvocato Giuseppe Calamo dello Studio Curtis Mallet Prevost Colt & Mosle LLP e inoltre, quanto a Lndc, dall’avvocato Michele Pezone e, quanto a Leal e Tda, dall’avvocato Rosaria Loprete.
A differenza di quanto accaduto con la prima istanza, rigettata senza motivazione alcuna dal Giudice monocratico, il Presidente ha riconosciuto la necessità di approfondire. In particolare, secondo il Tar, “occorre acquisire chiarimenti, onerandone entrambe le parti, ricorrente e resistente, in merito all’effettiva sussistenza del rischio di propagazione dell’epidemia nella struttura gestita dalla ricorrente, ove sono confinati i capi in contestazione, sterilizzati i maschi; a tale incombenza le parti provvederanno nel termine sopraindicato di tre giorni lavorativi dalla comunicazione del presente decreto”. Nel frattempo, si dispone “la sospensione anticipata dell’atto impugnato, dato che il periculum in mora riveste il carattere di “estrema” gravità e urgenza”.
Le parti hanno tempo fino al 18 agosto per portare documentazione a sostegno delle proprie tesi. A seguire, su istanza dell’Asl, potrebbe essere emesso nuovo decreto monocratico che conferma o revoca il presente. La prima Camera di Consiglio utile per la trattazione collegiale della domanda cautelare è fissata al 14 settembre prossimo.
«Il rischio dell’abbattimento non è scongiurato», commentano le associazioni intervenute nel procedimento innanzi al Tar del Lazio, «ma siamo certi che una soluzione si possa trovare e la sospensione dell’abbattimento, per consentire un approfondimento da parte del Tar, è la prima luce in fondo al tunnel».